Pesaro, 23 marzo 2014 - Sui quotidiani, a Mosca, non si legge altro. Il ritorno della Crimea in Russia. Il che ha del comico se confrontato con i titoli di giornali di altri paesi occidentali che definiscono la Russia un invasore. Tanto dibattute sono le ragioni che hanno spinto a questa unificazione, una sola cosa è chiara, l’Ucraina, fin dalla sua nascita è stata sempre un paese in cui hanno convissuto popoli con aspirazioni e idee differenti, da una parte chi sperava in un’integrazione con il mondo occidentale e dall’altra chi guardava la Russia come la propria alleata, la propria madre. 

Il 16 marzo, è stato indetto il referendum in cui i cittadini della Crimea (regione altamente popolata da russi) hanno dovuto scegliere se riunificarsi con la Russia.  Con grandissima sorpresa il 96,7% degli aventi diritto al voto ha scelto di porsi sotto la guida della Russia. <Una soluzione ingiusta e illegale>, secondo il mondo occidentale. L’unica soluzione possibile e accettabile invece dice la Russia. Qual è la verità? Nessuno può dirlo e ognuno continua a portare avanti le sue ragioni senza cedere un colpo.
Di tutto questo, si è parlato fin troppo, ma poco ho sentito sul come si sentono i russi al riguardo, cosa pensano i diretti interessati, perché nessuno li interroga? In un primo momento infatti, alle mie domande vedevo occhi sgranati, come se stessi infrangendo quella linea impercettibile tra lecito e non lecito.

Non tutti parlano volentieri di questa vicenda, non tutti vogliono esprimere il loro parere, forse hanno timore di esprimere le loro opinioni, fin troppo poco richieste. Dopo qualche titubanza ecco i primi racconti. Anya insegnante di russo a mosca, afferma” siamo molto preoccupati per questa situazione, perché molti russi hanno parenti in Ucraina. Io, come la maggioranza delle persone, qui, sono a favore del ritorno della Crimea. E’ molto triste come il mondo veda la Russia come un aggressore, e questa è un’immagine imposta dai mass media alle persone sotto l’influenza di Paesi che invidiano la potenza della Russia. Un esempio sono le Olimpiadi di Sochi”- continua Anya, “pochi hanno detto: Ben fatto Russia, splendido lavoro”, “i mass media facevano vedere foto di strade dissestate e hotel indecenti, ma tutte le persone che sono state davvero là mi hanno riferito che invece era tutto bellissimo, curato alla perfezione”. “Questo mi fa pensare che la Russia non sia molto favorita dai media del resto del mondo. E ora in Ucraina è la stessa cosa. Per caso la Russia l’ha bombardata? Ha estorto il suo si all’unificazione in qualche modo barbaro? No. Allora perché le persone si fidano cosi cecamente dei mass media. Io tengo all’immagine della Russia all’estero ma se le persone vedono solo quello che vogliono vedere cosa posso fare io? “

Anche Svetlana mi dice: “io sono nata in Ucraina ma sono russa, e tanti anni fa sono venuta a vivere a Mosca. Ho parte della mia famiglia ancora là, a mio padre qualche settimana fa i ‘nazisti’ ucraini hanno chiesto di abbandonare il suo appartamento perché lui è russo e non può stare lì, ogni giorno parlo con altri ucraini di questa storia, chi ha una certa cultura riesce a capire come sia terribile la situazione in ucraina, i nuovi rivoluzionari, più terribili dei vecchi. Mio padre vive a Kherson, e li girano banditi armati. È pericoloso. Io penso che l’Ucraina possa solamente trovare giovamento nell’unificazione con la Russia”

Ma c’è anche chi come Maria, dice: non penso niente di buono di questa situazione. Ma in particolare sono arrabbiata con i media : tutti i media stanno dicendo che stiamo salvando i russi in Crimea dall’inferno. Io non penso che dicano la verità, secondo me non c’è nessun inferno. La cosa peggiore è che per via di queste menzogne di media sia russi che ucraini molte persone iniziano ad odiarsi tra di loro. Inoltre io mi sento solo come una che dovrà pagare le tasse per altri…quella regione vive solo grazie ai nostri soldi”.  Anche Vitaly, dice: sono in disaccordo con la nostra politica estera. La nostra immagine viene segnata negativamente: volevo andare a lavorare in Germania, e ora alle candidature inviate mi hanno risposto che non sanno se saranno in grado di collaborare con persone provenienti dalla Russia”.

Questi sono solo alcuni pareri di semplici cittadini, quei cittadini che sono i più coinvolti, ma che raramente vengono interpellati. Quelle stesse persone che dovrebbero poter partecipare alle scelte riguardanti la loto vita, bisogna considerare che non si parla in un pezzo di terra vuoto, ma si stanno sconvolgono e si cambiando tante vite. Con troppa facilità si parla di “bene per il paese”, concetto che dovrebbe essere sostituito con “bene per le persone”, che non meritano di essere pedine di giochi oscuri di potere, che non si meritano di essere oggetti di litigio di mire espansionistiche, ma che meritano di poter scegliere il loro destino.

Francesca Cioppi, una pesarese a Mosca