Accademia, il nuovo presidente è Allemandi

Il Ministero ha nominato, dopo sedici mesi di “riflessioni“, il noto editore torinese a capo della prestigiosa scuola urbinate

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Alessandro Allemandi, 58 anni, torinese di nascita, architetto, editore e azionista della società editrice Allemandi, è il nuovo presidente dell’Accademia di belle Arti di Urbino. Freschissimo di nomina, Allemandi, che per parte di mamma spagnola "vanta" anche una parentela con l’artista Mirò, è persona discreta, non cerca visibilità, ma intende mettere a disposizione la sua competenza nel settore dell’editoria e dell’arte per l’istituto di formazione urbinate.

Quali sono il suo rapporto e la sua conoscenza di Urbino?

"Sono venuto tanti anni fa e ho molta voglia di rivedere e riscoprire la città che tuttavia conosco attraverso i libri, il mondo della cultura e dell’arte. La mia intenzione è venire il prima possibile per poter subito conoscere l’Accademia, il personale, i docenti e approfondire tutta la sua importante realtà".

Come è nata la proposta della sua candidatura come presidente?

"L’autunno scorso, Luca Cesari che è un caro amico e un collaboratore della nostra rivista “Il Giornale dell’Arte“ mi chiese se ero disponibile ad essere inserito nella terna dei nomi da proporre: io ho acconsentito per stima e riconoscenza nei confronti suoi, ma poi non ci ho più pensato. Qualche giorno fa mi ha chiamato dicendomi che c’era stata la nomina".

Come ha preso la notizia?

"Sono molto contento: appena sarà possibile, voglio venire a Urbino, restare qualche giorno, conoscere tutti, la città, mi metterò nella mani di Cesari e di chi sarà disponibile a conoscermi per avviare un rapporto e una collaborazione che mi auguro siano utili per l’istituzione. Io spero di poter portare il mio patrimonio di conoscenze, spunti, relazioni che vengono dalla mia professione. L’idea di fondo della proposta di Cesari è provare a innestare un dialogo tra un professionista del mondo dell’editoria e della cultura specializzata in campo artistico e il mondo della formazione dei giovani".

Come si approccia proprio di fronte ai giovani che vogliono crescere nell’arte?

"Io ho un precedente in ambito formativo: nei primi anni 2000, sono stato direttore scientifico dell’Istituto europeo di Design per 4 anni, ho avuto questa esperienza che mi ha lasciato bellissimi ricordi. Mi piace l’idea di essere a contatto con i giovani negli anni della loro formazione artistica proiettata verso professioni creative. Avere a che fare con i giovani è sicuramente la pare più stimolante di tutto questo".

Quale sarà il suo approccio con la città?

"Vorrei confrontarmi con Sgarbi e con tutti gli esponenti della cultura della città, fare cose utili, dare un mio contributo, mettendo a servizio della formazione degli studenti, con umiltà e discrezione, la mia esperienza professionale".

Lara Ottaviani