ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Accusato di violenza sessuale. Bengalese cerca soldi in patria per il risarcimento alla vittima

Sotto processo per l’aggressione choc di piazzale Matteotti avvenuta a ottobre. L’uomo ha chiesto il patteggiamento, ma ha avviato anche una raccolta fondi in Bangladesh. .

Sotto processo per l’aggressione choc di piazzale Matteotti avvenuta a ottobre. L’uomo ha chiesto il patteggiamento, ma ha avviato anche una raccolta fondi in Bangladesh. .

Sotto processo per l’aggressione choc di piazzale Matteotti avvenuta a ottobre. L’uomo ha chiesto il patteggiamento, ma ha avviato anche una raccolta fondi in Bangladesh. .

Una raccolta di denaro dal Bangladesh per proporre un’offerta di risarcimento alla vittima della violenza sessuale in piazzale Matteotti. E’ quanto proverà a ottenere con il sostegno di familiari e conoscenti, il 30enne M.K., arrestato a ottobre scorso dai carabinieri in piazzale Matteotti per violenza sessuale nei confronti di una 49enne di origine sudamericana. Ieri si è svolta l’udienza preliminare durante il quale il 30enne, assistito dall’avvocato Michele Mariella, ha chiesto il patteggiamento parziale per i reati di violenza sessuale e lesioni. La difesa, inoltre, ha chiesto di discutere il rito abbreviato per le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e porto del coltello. Il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 26 marzo concedendo un termine, su richiesta della difesa, per raccogliere il denaro dal Bangladesh, alcune migliaia di euro, per un’offerta risarcitoria che verrà proposta alla vittima, che si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Andrea Casula. "Ci auguriamo – è l’auspicio dell’avvocato Mariella – che la raccolta vada a buon fine".

A marzo quindi il 30enne (che attualmente si trova in carcere a Villa Fastiggi), patteggerà la pena concordata con il pm a 2 anni di reclusione e verrà discusso l’abbreviato "Mi ha proposto di fare sesso a pagamento. Io le ho dato 20 euro ma poi si è rifiutata. Io rivolevo solo i miei soldi". Così si era difeso M.K., durante l’udienza al gip, all’indomani del suo arresto. L’uomo, incensurato e aiuto cuoco in un ristorante, era stato accusato di violenza sessuale nei confronti di una donna impiegata come addetta alle pulizie. A dare l’allarme erano stati i residenti della zona. I militari erano arrivati poco dopo e, all’arrivo delle sirene, l’uomo aveva tentato invano di fuggire. Per lui erano scattate subito le manette. Il giudice aveva poi convalidato l’arresto in flagranza e applicato la misura cautelare della custodia in carcere valutando, come richiesto dal pm, che possa esserci il pericolo che compia di nuovo un gesto simile.

L’uomo, incensurato e aiuto cuoco in un ristorante, aveva però negato tutto. A cominciare dalla minaccia del coltello "che non è mai stato trovato – aveva sottolineato a ottobre l’avvocato Michele Mariella –. Il mio assistito ha detto di non averla costretta a seguirlo con un’arma. Lui non aveva con sé alcun coltello. Il mio assistito l’altra mattina stava tornando a casa. Poco dopo via San Francesco ha notato la donna seduta in una panchina che lo ha salutato. L’aveva vista già in altre occasioni, ad esempio vicino alla stazione. Ha riferito che è stata lei a fargli una proposta per un rapporto sessuale a pagamento. Lui ha accettato e gli ha consegnato i 20 euro pattuiti e le si è seduto accanto. A questo punto, però, la donna si è tirata indietro dicendo che lui era ubriaco senza però restituire i soldi ricevuti".