Acquaroli: "Non faremo un ospedaletto"

Il governatore delle Marche in Consiglio comunale. "Per le liste d’attesa e la fuga di camici bianchi ci stiamo muovendo"

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"Non vogliamo fare un ‘ospedaletto’ o minimizzare la sanità pesarese – ha detto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ieri durante il consiglio comunale monotematico sulla politica sanitaria regionale e il nuovo ospedale di Pesaro –. Quello che faremo a Muraglia è l’investimento più importante che mette in campo la Regione Marche dopo tanti anni: sono 150 milioni di euro".

E’ stato il momento in cui l’orgoglio del centrodestra pesarese presente in aula nei banchi dell’opposizione con l’aggiunta del consigliere regionale Nicola Baiocchi è diventato palpabile.

Per il resto – in mancanza del piano sanitario che il governatore ha detto sarà pronto, in bozza, nel giro di qualche settimana e in mancanza del progetto sull’ospedale di Pesaro, anche questo pronto, in bozza, nel giro di qualche settimana – le questioni sono state affrontate in modo generico e qualitativo.

Il dibattito è apparso subito minato dalla mancanza degli atti, costringendo i consiglieri a riflettere basandosi sul quadro d’insieme abbozzato in campagna elettorale due anni fa e sull’accordo di programma per il nuovo ospedale pubblicato meno di 48 ore fa. Tanto che il dubbio di aver anticipato troppo i tempi del dibattito, rischiando di parlare sul nulla, a più d’uno è venuto. Ma se non altro la disponibilità del governatore, consapevole di giocare in un terreno sfavorevole, ad un incontro schietto e aperto con il Pd pesarese e il sindaco Ricci, ha fatto bene alle istituzioni, riappacificando un territorio fin troppo spesso segnato dalla sensazione di essere di confine.

Acquaroli ha ribadito che: "Tra Fano e Pesaro non creeremo contraddizioni inutili: si devono completare, dando risposte e esigenze prioritarie come emergenzaurgenza". Ha ribadito perché è stata abbandonata la strada del project financing. "Sulla carta sarebbe costato 250 milioni di euro, con gli affitti almeno il doppio. Così tanto cioè che per pagare le mura avremmo dovuto usare il fondo sanità e quindi togliere risorse ai servizi. Avremmo avuto una struttura più grande è vero, ma sarebbe stato meglio? Oggi la telemedicina si affronta con tecnologia gestibile da un telefonino". Riguardo Muraglia "noi ci siamo fidati dei tecnici, l’importante è non guardare a questa scelta in modo ideologico".

Riguardo la mobilità passiva, tirata in ballo da tutti i consiglieri e dal sindaco, peccato originale su cui il teorema dell’ospedale unico è cresciuto Acquaroli ha spiegato la strategia regionale: "Abbiamo commissionato una indagine all’Università Politecnica delle Marche per capire le ragioni: dai risultati è emerso che ad alimentare la mobilità non è la richiesta di eccellenze quanto la carenza di servizi di qualità media ma diffusi sul territorio. Questa opinione nel tempo ha eroso la fiducia dell’utenza, che si è organizzata altrimenti. Ecco perché il nostro orientamento è stato per una organizzazione sanitaria non più centralizzata quanto policentrica con il terriotrio in grado di comunicare con l’ospedale". Sulle liste d’attesa il governatore ha confermato i fondi per ridurle; sul personale ha portato i dati di un problema più di ordine anagrafico e sistemico che di scelte politiche. Alle critiche aspre che il sindaco e gran parte dei consiglieri hanno riservato alla direzione ospedaliera, Acquaroli è stato impermeabile, ha sorvolato invitando solo Ricci a non “impantanarsi“ riguardo il caso Gnudi. "Mi guardo bene dall’entrare nel merito dei concorsi".

Solidea Vitali Rosati