Addio a Fanuli, presidente del tribunale Trovato morto in casa, fatale un malore

Aveva 65 anni. Un collega scopre la salma nella camera da letto. Le cause sono naturali. La vicina ha sentito dei lamenti nella notte

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di Alessandro Mazzanti

Non si era presentato in ufficio, non rispondeva al telefono. Così intorno alle 11 di ieri mattina – due suoi colleghi – i giudici Di Palma e Piersantelli – hanno suonato alla sua casa, un appartamento al primo piano di via Giordano Bruno, al civico 71, nella piazzetta che si apre all’altezza di via Tebaldi. Ma Fanuli non rispondeva.

A quel punto altri due colleghi giudici, Maurizio Paganelli e Lorena Mussoni, hanno suonato a dei vicini di casa e Paganelli, attraverso una finestra socchiusa, è riuscito a entrare nella casa del presidente senza bisogno che i pompieri sfondassero il portone di ingresso. Il corpo di Fanuli era a terra, nella camera da letto, senza vita. Subito è stata chiamata un’ambulanza, poi è arrivata la polizia, per gli accertamenti, dalla vicinissima questura. La morte risale ad alcune ore prima.

Pare che la vicina abbia riferito ai colleghi di Fanuli di averlo sentito parlare al telefono fino alla mezzanotte circa, a cavallo tra mercoledì e giovedì. E avrebbe sentito anche dei lamenti. Quelli che probabilmente hanno preceduto di poco il decesso. Un infarto, con ogni probabilità.

Fanuli viveva da solo. Era arrivato a Pesaro nel dicembre del 2017, quando aveva assunto la carica di presidente del Tribunale. Ieri mattina i colleghi a lui più vicini stavano cercando un fratello, per avvertirlo, che risulta l’unico suo parente diretto. Il presidente del tribunale era stato sposato ma era separato da tempo.

Sulla salma verrà svolta una ispezione esterna, ma sul fatto che la causa del decesso sia naturalE non ci sono dubbi. L’appartamento era a posto. Un controllo, senza esito, è stato fatto anche dalla polizia scientifica.

Fanuli viene descritto da tutti come persona molto riservata. Tanto che le uniche cose che si era lasciato scappare in questi ultimi giorni, parlando coi colleghi, era appunto che si sentiva molto stanco e debole, e in effetti i colleghi lo avevano visto pallido. "Questo caldo mi ammazza", aveva detto a uno dei giudici a lui più vicini, Lorena Mussoni. Ed aveva anche svolto degli accertamenti medici al cuore, il cui esito però pare fosse andato bene.

Ieri mattina, nella piazzetta, appena la notizia è arrivata al vicino palazzo di giustizia, si sono raccolti tutti i giudici e anche buona parte degli impiegati del tribunale. Perché Fanuli era molto disponibile, non uno che manteneva le distanze, nonostante il ruolo. Tutto il contrario. Era un persona empatica, alla mano, aperto ai bisogni degli altri, spesso spiritoso, anche con se stesso: e tanti lo ricordano, fisico esile, di statura bassa, vestito spesso con completi dalle maniche sempre un po’ lunghe, mentre passeggiava nel breve tratto tra via Giordano Bruno e il suo ufficio, al terzo piano del tribunale, dove aveva preso servizio il 22 dicembre del 2017. Impietriti molti dei colleghi, idem gli avvocati che lo avevano conosciuto per lavoro. La data e il luogo dei funerali sono da fissare.