
Un’immagine di Gualtiero Giavoli
Se Candelara fosse stato comune, Gualtiero Giavoli ne sarebbe stato sicuramente il sindaco. Basterebbe dire questo per ricordare che ieri se n’è andato, a 95 anni, un uomo che è stato un’istituzione, per il suo paese di origine, e non solo. Direttore della Coldiretti per più di vent’anni, presidente del Consorzio Agrario e dell’associazione per la difesa delle produzioni agricole dalle avversità atmosferiche – quest’ultima praticamente creata da lui – consigliere comunale. Nel periodo in cui dirigeva il sindacato, quasi l’80% degli agricoltori della provincia era associato alla Coldiretti. Ma una delle cariche che gli aveva regalato le soddisfazioni più grandi nella sua lunga esistenza è stato fare il presidente del Candelara calcio nel periodo in cui la squadra scalò le categorie dalla Terza sino alla Promozione, con la chicca di sbancare Civitanova Marche in una partita di Coppa Italia rimasta storica in paese.
"Gualtiero era unico. E’ stato il primo direttore d’Italia nella Coldiretti a ricoprire quest’incarico nella sua provincia – ricorda Giancarlo Serafini, che nello stesso periodo fu direttore di zona –. Per me è stato come un padre, ho lavorato una vita al suo fianco e lui per 60 anni non si è mai dimenticato di portarmi un panettone per Natale, che voleva dire suonare il campanello di casa tua per darti un abbraccio vero, non come oggi che basta ricevere un messaggio sul telefonino. Era un grande oratore e ha mantenuto una raffinata lucidità fino all’ultimo, tanto che l’anno scorso alla festa del 50esimo del Candelara calcio ha tenuto un discorso che è stata una sorta di lezione di vita".
Gualtiero lascia la moglie Maria che aveva sposato settant’anni fa, i due figli Claudio e Anna, oltre ai nipoti. L’ultimo saluto domani alle 15 nella Pieve di Candelara, mentre oggi nella stessa chiesa verrà recitato il rosario alle 19.
Elisabetta Ferri