Murales Pesaro, appello di una maestra: "Salvatelo dalla distruzione"

Borgo Santa Maria, l’opera dell’artista Aurelio C. cancellata per ristrutturare l’edificio scolastico. Una maestra: "Bisogna salvarla"

Il murales come si presenta oggi: da ormai due anni il cantiere è bloccato

Il murales come si presenta oggi: da ormai due anni il cantiere è bloccato

Nella parete esterna della palestra della scuola elementare di Borgo Santa Maria c’è un murales che è lì da trent’anni, anche se per vederlo, scolorito e semicoperto da impalcature e ponteggi, serve un attento esercizio di immaginazione. E presto, potrebbe non bastare più nemmeno quello. Si tratta di un murales realizzato tra il dicembre 1992 e il gennaio 1993 dall’artista fabrianese Aurelio Ceccarelli, in arte Aurelio C., scomparso a Sassocorvaro nel 2014. Un artista militante, antifascista, che ha legato la sua produzione – numerose opere sono in America Latina – ai temi del lavoro, dei diritti, dell’ambiente, con uno sguardo critico sull’uomo e il suo ruolo nella società.

Sguardo che si riflette anche nel grande murales di Borgo Santa Maria, che non a caso nel 2008 ricevette la ’benedizione’ del Premio Nobel per la pace Rigoberta Menchù. L’opera – 10 metri per 21 – si intitola infatti "En memoria de los 500 anos de la conquista de America", e contiene anche una denuncia del capitalismo, plasticamente resa nell’immagine di una lattina di Coca Cola che finisce schiacciata tra i rifiuti.

Un’opera di cui forse non tutti, a Borgo Santa Maria, si sono interessati, ma che per molti altri rappresenta un elemento fortemente identitario del quartiere, tanto più che si trova nella parete esterna di un edificio scolastico. Ne è convinta Sara Pace, insegnante – da poco in pensione – proprio di quella scuola, che per anni ha visto e amato quell’immagine così forte, costruita con la partecipazione dei ragazzi che all’epoca frequentavano il centro di aggregazione: "Non credo che una indiscutibile esigenza di sicurezza – osserva l’insegnante – debba necessariamente compromettere la conservazione di un patrimonio artistico e culturale di pregio. Entrambe le esigenze vanno ugualmente tenute in conto". Il punto è trovare la volontà di pensare a soluzioni tecniche che salvino entrambi gli aspetti.

Soluzioni che al momento non si vedono. Ecco perché sta suscitando indignazione l’imminente intervento sulla palestra di Borgo Santa Maria: un intervento resosi necessario da problemi di tipo strutturale, perché negli anni si sono verificati distacchi di cemento. Ma a quanto pare la messa in sicurezza – con lavori fermi da due anni – sarebbe possibile solo a scapito del murales. Questo almeno è quanto riferiscono dal Comune.

Della questione si è recentemente parlato in Consiglio, in seguito a un’interrogazione di Emanuele Gambini (Prima c’è Pesaro) che chiedeva come mai i lavori fossero fermi e sollecitava un cambio di passo. "Sono in corso le procedure – ha chiarito l’assessore Riccardo Pozzi – per l’aggiudicazione dei lavori. Abbiamo messo in sicurezza le porzioni della palestra interessate da distacchi. Per i lavori abbiamo ottenuto un contributo ministeriale di 380mila euro. Ma non è sicuro che riusciremo a recuperare il murales: dipende dallo stato di conservazione dell’opera, che al momento appare molto compromessa". Il quartiere sarebbe già rassegnato a dire addio al murales, ragionando su altre opere artistiche in sostituzione di quella che andrà persa.

Non è la prima volta che i murales soccombono ai diktat delle manutenzioni: avvenne anche con l’opera di Blu, il Banksy italiano, cancellato anni fa dalla Provincia (proprietaria dell’immobile) per ritinteggiare l’esterno del liceo Marconi. Dopodiché di murales ne sono stati fatti tanti: per gli eroi del Covid, per Liliana Segre, nei sottopassi come opera di rigenerazione urbana. Ma quello del Borgo sembra definitivamente spacciato.

Benedetta Iacomucci