"Adesso sono arrivata a 27 anni, quanta paura dalla mia malattia. Ringrazio per ogni secondo in più"

"Quattro anni fa ho ritrovato la mia amica Martina persa di vista alle elementari"

"Adesso sono arrivata a 27 anni  Quanta paura dalla mia malattia  Ringrazio per ogni secondo in più"

"Adesso sono arrivata a 27 anni Quanta paura dalla mia malattia Ringrazio per ogni secondo in più"

Cari lettori, sono arrivata alla mia 27ª primavera! Ebbene sì, lunedì 13 marzo ho spento una bella manciata di candeline. Il giorno del proprio compleanno ci si sente tutti un po’ più speciali, forse perché, in un modo o nell’altro, un messaggio di auguri è sempre ben gradito e fa piacere quando le persone si ricordano di te.

La parte che preferisco è la compagnia degli amici, quelli veri, con la “A“ maiuscola e di chi ci è sempre stato. Con il passare del tempo la cerchia dell’amicizia si restringe, e ti rendi conto che i più fedeli sono quelli che non solo si contano sulle dita di una mano, ma rimangono accanto anche quando è necessario restare in silenzio. Una di queste amicizie preziose è quella che condivido con Martina.

Ci siamo conosciute alle elementari e non facevamo altro che odiarci senza motivo. Eravamo micidiali: acide come i limoni. Finita la scuola primaria non ci siamo più viste né sentite per più di 15 anni. Quattro anni fa, nei giorni più caldi di agosto, ho cercato di organizzare una cena di classe delle elementari, ma alla fine ci siamo ritrovati solo in tre: è difficile riunire tutti. Io, lei e un altro bambino diventato adulto. Abbiamo passato la serata a raccontarci la vita e, come per magìa, io e Martina ci siamo riavvicinate diventando praticamente inseparabili.

Adoro la vita per questo! Ad ogni mio compleanno, Martina si diverte a prendermi in giro perché sono “più vecchia“ di lei essendo nata neanche 9 mesi prima. Lì per lì me la prendo ma poi, ridendo e scherzando, mi rendo conto che mi ricorda inconsciamente quanto io sia fortunata a poter festeggiare il tempo che passa. Quando ero piccina non riuscivo ad immaginarmi adulta, perché avevo paura che la malattia mi portasse via i giorni. Oggi, invece, ringrazio per ogni singolo secondo in più.

Asia D’Arcangelo