Affidavano lavori pubblici di tutti i tipi alla stessa associazione culturale dal nome Opera Maestra. Nel giro di tre anni e mezzo, l’ associazione no profit senza un dipendente né alcuna esperienza, formata da un cinquantenne, la madre e un cognato, ha ricevuto dal comune di Pesaro quasi 600mila euro. Il Carlino ha scoperto quel tipo di pratica, lo ha scritto e la procura ha aperto un’indagine. Era il 16 luglio scorso. Ieri c’è stata la prima conseguenza con due perquisizioni a casa di Massimiliano Santini, ex braccio destro da un punto di vista creativo del sindaco Matteo Ricci e Stefano Esposto, presidente dell’associazione pigliatutto e di un’altra, la Stella Polare, ugualmente scelta in più occasioni per fare cose. Sequestrati telefoni, pc e documenti ad entrambi. Ad entrare in azione, su mandato della procura, la Squadra mobile della polizia e la Guardia di Finanza. Agenti e militari si sono presentati intorno alle 7.30 ai campanelli delle abitazioni dei due amici. L’ordine era quello di sequestrare materiale probatorio: dispositivi informatici, pc, chiavette, archivi, cellulari e documenti che verranno scandagliati dagli inquirenti.
Nel registro degli indagati, del fascicolo della Procura di cui ancora non sono stati resi noti i reati, sono stati quindi ufficialmente scritti i nomi di Santini ed Esposto. L’input ad approfondire il sistema degli affidamenti nei confronti delle due associazioni culturali di Esposto, è stata la mancanza di un Durc (documento unico di regolarità contributiva), l’assenza di dipendenti e la mancata iscrizione Inps o Inail. Le due associazioni culturali che fanno capo a Esposto, almeno negli ultimi quattro anni, venivano sistematicamente incaricate dal Comune di svolgere le più svariate mansioni, dai lavori di idraulica alla manutenzione del verde ma, in realtà, facevano da intermediari per la realizzazione di opere artistiche ed eventi che hanno caratterizzato la precedente legislatura di Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e ora eurodeputato del Pd. Le determine di spesa che stanziavano i fondi erano spesso creative e, nel corso dell’inchiesta giornalistica, abbiamo ripercorso, affidamento per affidamento, la pioggia di soldi caduta sulle due associazioni arrivando, finora, a sfiorare i 600mila euro. Che provenivano anche da sponsor convinti di offrire contributi al Comune. Invece finivano spesso a Opera Maestra.
Roberto Damiani
Antonella Marchionni