Affitti alle stelle, ’Cento Vetrine’ diventano sei

Il centro commerciale di Morciola conta poche attività rimaste aperte. "Meno credibilità anche a causa degli scarsi parcheggi"

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Il centro commerciale Cento Vetrine, a Morciola, di vetrine, ormai, ne ha molte meno. Sono sei, infatti, le attività rimaste aperte vicino al campo sportivo dell’Azzurra: estetista, parrucchiere, bar, tabaccaio, centro riparazioni di cellulari e compagnia di assicurazione. I motivi dell’addio di tutte le altre sono svariati: dall’affitto troppo alto alla poca clientela, fino ad arrivare alla poca considerazione da parte del Comune: "Siamo rimasti in pochi, anche gli uffici del Comune e dei tributi si vogliono trasferire a Montecchio – commenta Claudio Spezi, titolare del Cafè Dolce Vita –. Abbiamo poca credibilità anche a causa dei pochi parcheggi, la posizione sarebbe stata anche buona se ci fosse stata più vicinanza alla strada, con maggiore possibilità di posteggi. Invece niente, siamo lasciati qui, senza nessuno a cui fare riferimento. Nessuno, inoltre, degli altri negozianti ha intenzione di unirsi per fare fronte comune. Ognuno pensa al proprio orticello. Bisogna che si faccia qualcosa".

Altre lamentele vanno poi alla considerazione che il centro Cento Vetrine riceve da parte della giunta comunale: "È un punto di Vallefoglia che potrebbe offrire molte possibilità, ma viene praticamente ignorato – commenta Elvira De Lillo, del centro riparazione Smartphone Assist –. Anche per la notte bianca, ad esempio, il centro è stato escluso: la navetta per poter andare in centro è partita dalla chiesa, lasciando noi commercianti, che potevamo restare aperti, e con la possibilità di fare qualche soldo in più, senza niente. Addirittura paghiamo anche le luci natalizie, mentre in tutte le altre realtà le pagherebbe il Comune. Nonostante si sia un’unica città di Vallefoglia vedo molte preferenze e questo non è corretto nei nostri confronti". "Un centro commerciale che si rispetti è fatto di attività – dice Massimiliano Casoli, socio del centro estetico Hara Sun –, ma se queste chiudono rimaniamo solo negozianti sparsi qua e là in uno stesso stabile. Tutti i commercianti hanno sulle spalle delle spese, ma che, normalmente, si ripagano con la clientela. Se a noi non ci fa pubblicità nessuno, difficilmente si riesce ad andare avanti. Io organizzo anche eventi musicali nella tabaccheria sottostante, però senza persone che vengono a vedere si rischia di andare verso una lugubre realtà. Servirebbero più agevolazioni, tutto qui".

Agevolazioni che sono già balzate all’occhio anche della consigliera regionale Micaela Vitri, la quale ha già tentato di portare aiuti concreti al Cento Vetrine: "Il tema delle chiusure riguarda molto anche le piccole, e spesso ignorate, attività – commenta la consigliera –. L’aumento del caro bollette è stata la mannaia decisiva che è caduta sul collo dei commercianti subito dopo il Covid. Ho presentato una richiesta di intervento immediato alla regione Marche, per poter concedere ristori e sussidi eppure, da gennaio, da quando ho fatto domanda, nessuno ha dato ancora una risposta. Sono molto indignata, perché è una situazione che grava, oltre sulla pelle delle persone, anche su tutta l’economia del territorio".

Alessio Zaffini