Africa Unite in concerto "Andare da una città all’altra è il viaggio della nostra vita"

La band che ha celebrato i “40+1“ anni di attività, sarà domani a Pesaro "Con i talent si costruiscono personaggi, non idee" dicono Bunna e Madaski

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Domani sera in piazza del Popolo, il festival Ulissefest proporrà un concerto della storica band degli Africa Unite. A Pesaro il gruppo presenta il nuovo album Non è Fortuna che celebra i loro 40+1 anni di attività. Un album con quattro ospiti d’eccezione: David Hinds, cantante della band britannica Steel. Ed ancora Brinsley Forde, cantante degli Aswad. Tonino Carotone invece è la voce in Tuyo, brano di Rodrigo Amarante che fa parte dellacolonna sonora della nota serie Narcos. Infine il rapper Tito Sherpa, recente scoperta della band ch interviene in La Grande Truffa del Millennio e Amori Scarichi. Ci parlano della band e del loro ultimo album i leader del gruppo Bunna e Madaski.

Oltre 40 anni di attività. Quale è stato il viaggio di Africa Unite in tutto questo tempo?

"E’ stato un viaggio nel tempo e nella musica, fatto di centinaia di migliaia di km percorsi e migliaia di concerti, dalla Giamaica all’Iraq, alla Palestina, ritornando sempre in Italia, per poi ripartire sul tour bus alla volta del resto d’Europa, e poi ancora in USA… un po’ ovunque!".

Come è cambiata la vostra musica se è cambiata?

"La nostra musica è in continuo cambiamento, è la sua caratteristica principale. Il nostro penultimo album In Tempo Reale è un album per quintetto d’archi, l’ultimo, Non è Fortuna è forse il più reggae del nostro repertorio".

Il raggae ha ancora quella potenza comunicativa che aveva negli anni Ottanta?

"Il discorso è molto ampio e complicato. Il reggae ha perso la sua comunicatività esattamente quanto la ha persa la musica in generale. Con i talent, i social eccetera si costruiscono personaggi, non idee. Noi continuiamo ad essere affascinati e legati al concetto di musica come linguaggio, curiamo l’aspetto testuale e quello musicale. Cose che oggi vengono ritenute piuttosto superflue".

Quanto sono importanti per voi le contaminazioni?

"Bob Marley diceva “music is music“, frase di una semplicità disarmante… che però ben sintetizza il nostro approccio alla materia musicale, non ci sono barriere tra generi".

E le collaborazioni?

"Possono essere formative, devono essere naturali e con personaggi stimati ed ammirati, non ci piacciono le combine commerciali. La ritengo una tecnica forse funzionale da un punto di vista economico ma inutile alla crescita dello stile".

Che effetto vi va suonare all’interno di un festival che racconta di viaggi?

"Siamo abituati a spostarci, molto velocemente, spesso non godendoci il territorio in cui siamo. Ma sempre ingordi di chilometri da macinare abbiamo fatto del viaggio la nostra vita. Quindi saremo nel nostro habitat naturale".

Cosa suonerete a Pesaro?

"Il nostro attuale concerto propone diversi brani del nuovo album Non è Fortuna e rispolvera brani di repertorio appartenenti a disparati periodi del nostro suono. E’ il tour di 40+1 anni, un panorama del nostro repertorio".