Agganciato da un carro ponte Operaio muore a 26 anni schiacciato contro un muro

La terribile fine di Giacomo Cesaretti, iniziava il turno alla Polver di via Papiria a Fano. È deceduto per le pressioni sul torace mentre era intento a una operazione di verniciatura.

Agganciato da un carro ponte  Operaio muore a 26 anni  schiacciato contro un muro

Agganciato da un carro ponte Operaio muore a 26 anni schiacciato contro un muro

di Tiziana Petrelli

Tragedia sul lavoro ieri mattina alla Polver, azienda fanese che si occupa di verniciatura per conto terzi. Si chiamava Giacomo Cesaretti il ragazzo di appena 26 anni morto poco dopo le 7 in un terribile incidente, avvenuto all’inizio del suo turno di lavoro nel capannone industriale di via Papiria 67. È morto per schiacciamento, dopo essere stato agganciato da un carro ponte in manovra, che lo ha trascinato e stretto contro un muro. Sotto choc i colleghi che non riuscendo a bloccare la macchina hanno immediatamente dato l’allarme e cercato di dare i primi soccorsi al ragazzo. Ma all’arrivo dei sanitari purtroppo non c’era più nulla da fare. Nell’azienda di vernici oltre all’ambulanza del Potes (che aveva allertato anche l’eliambulanza Icaro, che però ha solo sorvolato la zona senza neppure atterrare), i vigili del fuoco e gli agenti della polizia di Stato (per i rilievi di polizia scientifica) che assieme agli ispettori del lavoro dell’azienda sanitaria territoriale di Pesaro Urbino e il coordinamento della pm Silvia Cecchi, dovranno ora cercare di capire come sia potuta avvenire l’ennesima morte sul lavoro.

"L’infortunio è avvenuto ad inizio turno – spiega Eugenio Carlotti, direttore del Servizio Prevenzione e sicurezza ambiente del lavoro Ast Pesaro e Urbino –. Le indagini sono in corso, per cui quello che posso dire è che sostanzialmente il lavoratore è deceduto per schiacciamento toracico. L’eventuale autopsia chiarirà le esatte cause del decesso. È rimasto schiacciato in un carosello (impianto, ndr) per il decapaggio e la verniciatura di manufatti in acciaio, tra una parte della giostra che trasporta questi pezzi e una vasca in cui è contenuto il liquido che serve per il decapaggio ovvero lo sgrassamento dei metalli prima che vengano verniciati. Stiamo verificando se le barriere che impediscono l’accesso al carosello fossero in sede, se erano state rimosse, se i meccanismi automatici di blocco in caso di accesso al carosello fossero attivi o non attivi. Stiamo verificando anche altre cose, come la formazione del lavoratore deceduto, anche perché non era dipendente della ditta Polver ma era un lavoratore interinale". Era comunque un lavoratore che si può definire abbastanza esperto. Gli amici raccontano che lavorava lì da un anno. "Non so da quanto tempo lavorasse lì – prosegue Carlotti –. Come non so cosa stesse controllando di preciso quando è rimasto intrappolato nel macchinario. Ma verosimilmente si trovava in un punto in cui l’accesso è subordinato all’arresto del meccanismo. Si tratta di macchinari nei quali dovrebbero essere presenti meccanismi di blocco automatico, per impedire eventi analoghi a quello di oggi".

Chiaramente la zona dell’infortunio è stata sequestrata, come la macchina mortale a cui sono stati apposti i sigilli. "In situazioni di questo tipo gli indagati potrebbero essere più di uno – conclude Carlotti –: non solo il datore di lavoro, ma anche figure di garanzia che il decreto 81 sulla Sicurezza prevede".