Agricoltori tra siccità e prezzi folli "Noi le vittime di speculazioni"

Bernabucci (Confagricoltura): "Il concime costa 107 euro al quintale, rispetto ai 23 dei mesi scorsi". Di Sante (Coldiretti): "Costo del carburante triplicato. Dobbiamo fare la pasta da soli con i nostri grani"

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Schiacciati tra siccità e speculazioni. Per gli agricoltori della provincia è l’estate più nera dal dopoguerra, anche perché coincide proprio con la guerra in Ucraina che, guarda caso, unitamente al sole che picchia, ha fatto sprofondare in rosso i conti di chi lavora la terra già tra tanti disagi: "In questo momento fare l’agricoltore è diventata una impresa", premette il direttore di Confagricoltura provinciale Denis Bernabucci che porta un numero solo per far capire che aria tira: "Un agricoltore che va a comprare il concime, elemento essenziale per la terra visto quello che succedendo, lo paga 107 euro al quintale, rispetto ai 23 dei mesi scorsi. Se fate i conti vuol dire aumento del 400 per cento. Se a questo aggiungete che il prezzo del gasolio è arrivato a 1,50 rispetto ai 60 al litro, capite dove stiamo andando. E qualcuno mi dice che dobbiamo prepararci al prezzo di tre euro al litro, roba da matti". Prezzi di fronte ai quali l’agricoltore, spiega Bernabucci, "è impotente perché quando va a comprare fertilizzanti, concimi, carburante ed altro deve pagare quello che il mercato richiede". Sullo stesso tasto batte Tommaso Di Sante, presidente provinciale Coldiretti: "Ragioniamo in percentuale: "Più 300 per cento carburante, più 170 per cento concimi, più 90 le sementi. A fronte di tutto questo l’agricoltore non ha maggiori introiti, anzi, deve fare i conti con un calo di produzione, ad esempio, del grano del 10 per cento per la incredibile siccità, ed è solo un dato indicativo perché le sorprese le avremo dopo la campagna, a consuntivo fatto". E, aggiunge Di Sante "se è vero che il prezzo pagato al contadino per il grano è aumentato fino a 45 euro al quintale, è anche vero che non compensa tutti i soldi che l’agricoltore deve pagare in più".

Fino a qui i danni. Ma quali sono i rimedi alle speculazioni? "Impossibile dirlo, perché passano sopra la nostra testa e sono dinamiche di mercato che sfuggono". Restano però soluzioni imprescindibili per il futuro. Per Bernabucci di Confagricoltura, "è assolutamente necessario recuperare le acque piovane, cioé fare in modo che non si disperdano ma accumularle in vista della crisi idrica ormai annuale. E non è vero che l’agricoltore quando annaffia spreca, perché quell’acqua torna alla terra". Per Di Sante di Coldiretti, occorrono "immediatamente contributi che risarciscano gli agricoltori, quindi occorre lavorare sugli invasi e sulla autosufficienza della nostra provincia che deve essere in grado di autosostenersi sia per irrigare che per produrre ad esempio grano. Con pasticifi come Montebello, Ghigi ed altri possiamo farci la pasta con il nostro grano, da soli, senza dipendere da terzi"

Davide Eusebi