"Aiutateci ad aiutare". ’Adamo’ cerca fondi

L’appello, con la voce della presidente, della onlus che dà assistenza gratuita ai malati oncologici: "Urgente bisogno di un altro medico"

"Aiutateci ad aiutare". ’Adamo’ cerca fondi

"Aiutateci ad aiutare". ’Adamo’ cerca fondi

"Aiutateci ad aiutare… perché questi mesi sono di grossa difficoltà sotto tutti i punti di vista". E’ un appello a sostenere il loro operato tramite donazioni, ma anche con ore di volontariato, quello lanciato dall’associazione fanese Adamo (la onlus che offre assistenza domiciliare gratuita ai malati oncologici dell’ex Area Vasta 1, in convenzione con l’Ast) che da 20 anni assiste i pazienti del nostro territorio, in fase avanzata di malattia. Sono infatti costantemente in difficoltà economica gli operatori di Adamo perché, pur essendo un’associazione di volontariato che vive di donazioni volontarie, hanno a libro paga uno staff di professionisti senza i quali non potrebbero svolgere l’importante ruolo sociale che rivestono. Ma con il crescente numero di richieste di assistenza, anche lo staff è in sofferenza. "Avremmo urgente bisogno di un altro medico che dia la sua disponibilità professionale anche 2 giorni la settimana, gratuitamente, perché non ci sono risorse, purtroppo - spiega la presidente Donatella Menchetti -. Siamo una squadra che appartiene al territorio locale, non nazionale. E viviamo esclusivamente del buon cuore delle persone che conoscono il nostro lavoro. Ma non è sufficiente. Sia chiaro, non mi lamento ma vorrei poter fare molto di più e per farlo abbiamo bisogno di tutti".

Dal 2004 ad oggi sono stati circa 2700 gli assistiti e in questi primi mesi dell’anno sono già 43 i malati oncologici presi in carico (con 24 persone in lista di attesa e altre 7 richieste di presa in carico arrivate solo ieri) dallo staff, attualmente composto da un solo medico, una Oss, quattro infermiere (3 somministrate da una cooperativa), una psicologa e una fisioterapista. In un gruppo così ristretto ogni volta che manca un elemento, per gli altri il lavoro è massacrante. Soprattutto per il dottor Grilli che non può neppure permettersi di ammalarsi da quando il secondo medico, che fino a qualche anno fa completava lo staff, ha abbandonato l’incarico. Da allora non si è più riusciti a trovare nessuno.

"Chiaramente in tanti preferiscono il posto fisso in ospedale piuttosto che lavorare così, con noi" sottolinea Menchetti. Rispetto ad altre onlus, infatti, Adamo per convenzione riceve dallo Stato circa il 15% di quello che spende. "Quindi è veramente poco - prosegue la Menchetti - calcolando che nessun malato terminale vorrebbe andare in hospice, ma vogliono tutti rimanere a casa con la famiglia. E così la gran parte delle nostre spese, che superano ormai i 200mila euro annui (180 mila solo di stipendi, poi ci sono i costi di gestione della sede, delle quattro auto utilizzate per le terapie domiciliari e i medicinali, ndr), è coperta dalle offerte. Ma da dopo la pandemia purtroppo i costi sono raddoppiati e le donazioni drasticamente diminuite. Ci sono dei mesi che lo staff medico infermieristico deve aspettare per ricevere lo stipendio. Per fortuna è un team che lavora senza polemizzare".

Da maggio ad agosto è il periodo più nero. "Andiamo avanti grazie al buon cuore dei benefattori e il grandissimo lavoro dei volontari che organizzano tantissime iniziative di raccolta fondi e di sensibilizzazione".

Il motto di Adamo è quello di lenire il dolore fisico e morale che le malattie comportano e migliorare la qualità della vita dei malati. "Sarà per questo che la provvidenza ci assiste - conclude Menchetti -. I commercialisti della Provincia, infatti, mi hanno invitata come ospite ieri a Villa Rinalducci, per una cena benefica il cui ricavato andrà ad Adamo. Ringrazio fin d’ora il presidente Marco Lucchetti, Andrea Cappellini, Giorgio Gragnola e tutti i loro colleghi per quest’atto di generosità provvidenziale". Ma non risolutivo.

Tiziana Petrelli