"Al Pronto soccorso non c’è alcun problema"

Così l’assessore alla Sanità Saltamartini rispondendo a un’interrogazione in Consiglio. "Bastano turni aggiuntivi e rotazione dei 106 medici"

L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini (foto d’archivio)

L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini (foto d’archivio)

di Benedetta Iacomucci

Le carenze del Pronto soccorso sono arrivate fino in consiglio regionale. Per concludere che, sostanzialmente, "il problema non c’è". Nulla, comunque, che non si possa risolvere con turni aggiuntivi e la rotazione dei 106 medici con specializzazioni equipollenti. Così l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, rispondendo ieri all’interrogazione della consigliera del Movimento Cinque Stelle Marta Ruggeri, che chiedeva lumi a fronte dell’inarrestabile fuga di camici bianchi che ha coinvolto – negli ultimi mesi in maniera più drammatica – il dipartimento dell’Emergenza Urgenza dopo l’addio burrascoso dell’ex primario facente funzioni, Umberto Gnudi.

Una ’crisi’ che è diventata non solo sanitaria ma anche politica, dopo il recente sit in organizzato dal Pd all’ingresso del Pronto Soccorso e le bordate del sindaco Matteo Ricci. Proprio a quest’ultimo l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini non ha risparmiato critiche: "Il sindaco Ricci dovrebbe protestare prima di tutto con se stesso – ha detto –. Io sarei andato a protestare il giorno dopo con dei cartelli per dire che è tutta responsabilità del Pd che governa questo paese dal 2012 (dal Governo Monti in poi) che non ha provveduto a formare i medici".

Venendo ai numeri, Saltamartini ha dipinto un quadro totalmente diverso da quello che emerge dalle testimonianze dei medici stessi: "Nel Pronto soccorso a Pesaro – ha detto – sono previsti in organico 36 medici (ma secono alcuni è una stima al ribasso: il dato vero corrisponderebbe a 42, ndr) e attualmente ce ne sono 24 di cui quattro dimissionari, che potrebbero lasciare l’attività entro il primo settembre e due in aspettativa per un totale dunque di 22 medici in servizio oggi – premette Saltamartini –. Per coprire questa carenza sono state assunte figure con una specializzazione equipollente alla medicina d’urgenza: due chirurghi, tre medici con la specializzazione in medicina e un medico neurologo. Siamo dunque a 28 medici". Sei figure che però in Pronto soccorso, almeno fino ad oggi, nessuno sembra aver mai visto. Così come non si sono mai visti i 13 medici (5 più 8) promessi mesi fa in seguito al concorso regionale. Ad ogni modo Saltamartini non vede criticità. "L’azienda ha messo a disposizione 240 ore di turni aggiuntivi che coprono i turni di altri due medici quindi da 28 arriviamo a 30 – continua Saltamartini –. C’è poi da tenere conto che i medici con specializzazioni equipollenti, che quindi possono prestare servizio nel Pronto soccorso, nell’azienda ospedaliera sono 106. Se ad ognuno di questi dovesse essere chiesto di coprire un turno si capisce perfettamente che la situazione non è quella apparsa sui giornali con manifestazioni politiche e altro. Per definizione questo problema non c’è". In effetti è vero che ogni medico ha un debito orario mensile di circa 160 ore, quindi 240 equivalgono a un medico e mezzo, se non proprio a due. Ma bisogna anche considerare che essendo appunto ’ore aggiuntive’ bisogna trovare qualcuno disposto a farle oltre il proprio orario di lavoro, cosa non sempre facile. Soprattutto a Pesaro.

Parole che non hanno del tutto convinto la consigliera Ruggeri: "Il quadro delineato – ha osservato – è stridente rispetto alle prolungate difficoltà del Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore". La pentastellata fanese teme anche per le sorti del Pronto soccorso di Fano. "Il protrarsi delle difficoltà e disagi da me denunciati fin dallo scorso anno – sottolinea – ha provocato forte preoccupazione sia tra gli operatori sia fra i cittadini, e si è fatto largo il timore che la soluzione possa essere la chiusura del Pronto soccorso a Fano o che si ricorra alle cooperative per reclutare il personale mancante – conclude –. L’assessore ha escluso entrambi gli scenari. Verificheremo la veridicità dei suoi impegni".

Di carenza in carenza, in Consiglio si è parlato anche del problema delle postazioni di continuità assistenziale, ovvero le guardie mediche. "La scelta di aumentare i compensi alle guardie mediche voluta dall’assessore alla Sanità Saltamartini – ha detto il consigliere della Lega Luca Serfilippi – è un primo passo molto importante per dare risposte al territorio in termini di servizio, ma non basta. Occorre rimuovere sia l’incompatibilità tra con la medicina generale, sia il numero chiuso a Medicina e Chirurgia". Polemica la consigliera del Pd Micaela Vitri: "Dopo avere assistito alla chiusura delle guardia mediche in silenzio, ora la destra interviene solo per campanilismo. Da mesi dico che occorre intervenire su due fronti: contratti allineati alle altre Regioni ed eliminazione delle incompatibilità".