Al via lo screening di massa In 260 rispondono all’invito

A Montecopiolo prima giornata di tamponi "Noi responsabili"

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di Benedetta Iacomucci

In 260 si sono presentati ieri mattina in piazza San Michele Arcangelo, a Villagrande di Montecopiolo, dove era stato allestito un drive-in per sottoporre a tampone l’intera popolazione del piccolo Comune tra Montefeltro e Romagna. Un invito, non un obbligo, rivolto a una potenziale platea di 900 persone, che si ripeterà anche domani, giovedì, con gli stessi orari, mattina e sera. Intanto oggi i tamponi hanno preso la strada per Ascoli, dove saranno processati; venerdì arriveranno anche quelli della seconda tranche, che si spera sia corposa. Dopodiché, entro sabato, dovrebbero esserci i risultati sullo stato di salute dei montecopiolesi, 27 dei quali sono già stati dichiarati positivi (perlopiù paucisintomatici o del tutto asintomatici), mentre altri 3 risiedono in comuni diversi e ulteriori 3 sono della Romagna. Tutti comunque riconducibili al cluster di Montecopiolo.

Sotto una pioggia torrenziale, al riparo dalle tende allestite per l’occasione e sotto i portici del Comune, da cui il sindaco Pietro Rossi osservava con piglio severo il procedere dello screening, l’Asur ha messo in campo una piccola task force di 10 operatori, tra medici, assistenti sanitari e amministrativi. Dall’altra parte del finestrino, invece, hanno sfilato i montecopiolesi più solerti, tra i quali anche un bambino di due anni e una anziana di 90: arrivo in auto, giù il finestrino, pochi secondi per il disbrigo delle formalità, un cottonfioc in gola e un altro nelle narici, e via, avanti il prossimo. "Sono contento della risposta dei miei compaesani – dice il sindaco Rossi –: avverto in tutti il desiderio di dimostrare che il paese è pulito e visitabile. I primi casi sono stati isolati già da due settimane, è gente che sta bene e spera di lasciarsi alle spalle questa storia per poter ripartire". Ottimismo condiviso anche dal dottor Augusto Liverani, che insieme al dottor Eugenio Carlotti era presente al drive-in: "Se i numeri continuano credo che saremo in grado di censire una buona fetta del paese – dice –. Nel frattempo i primi casi individuati stanno per concludere l’isolamento per cui saranno presto nelle condizioni di inserirsi nel percorso guariti, con la somministrazione del doppio tampone, che potrà avvenire a domicilio tramite le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) o in alcuni distretti territoriali".

Intanto, ieri, aleggiavano nel paese sentimenti di ottimismo e voglia di rivalsa. C’erano gli entusiasti, "perché prima si finisce lo screening prima si torna alla normalità"; c’erano i perplessi, quelli che condividevano la strategia, ma non la tempistica. E c’erano soprattutto i ’piccati’, come il sindaco che cercava "l’immunità dai media" e, in generale, i partecipanti alla famosa cena del 18 luglio, quella della rimpatriata della classe ’78, da cui sarebbe emerso il caso indice. L’etichetta di festaioli dissennati che fanno bisboccia in barba a mascherine e distanziamento non è andata giù, e secondo molti non restituisce un quadro veritiero: "Siamo gente responsabile – dice la farmacista, Alessandra Vampa – tanto è vero che tutto l’inverno scorso abbiamo avuto pochissimi casi. Il focolaio non dipende da un improvviso colpo di follia. Ogni domenica qui arrivano tante persone, turisti, ciclisti... credo che questo abbia influito".

Nessuna ritrosia, dunque, nel sottoporsi alla diagnosi, anche se 260 casi su 900 sono un po’ al di sotto delle attese. Si spera nella giornata di giovedì. Intanto fa il tifo per Montecopiolo il comandante della Polizia locale di Pesaro Gianni Galdenzi, che nel paesino tra Marche e Romagna ha il suo buen retiro: "No, io non farò il tampone, non rientro nella tipologia del testati, anche perché a Montecopiolo conduco una vita da eremita, non credo di essere un soggetto a rischio – scherza –. Ma auguro al paese di ripartire prima possibile e spero di tornarci presto".