Alberto Bucci morto, con lui una delle Scavolini più belle di sempre

Vinse la Coppa Italia nel 1992 a Forlì mettendo in campo una delle più belle squadre che i tifosi pesaresi abbiano mai ammirato

Alberto Bucci, in una foto di qualche anno fa

Alberto Bucci, in una foto di qualche anno fa

Pesaro, 10 marzo 2019 - E’ stato un combattente,  Alberto Bucci (FOTO), l’allenatore di una delle Scavolini più forti di sempre. Si è arreso ieri, a 70 anni, dopo aver battagliato tutta la vita con il suo corpo: colpito da bambino dalla poliomelite, da anni lottava contro una malattia che non perdona. Ma non s’era mai piegato, nè nascosto, nemmeno negli ultimi anni difficili: niente gli aveva impedito di condurre la vita che sognava all’interno della pallacanestro, lo sport che amava. Lo ricordiamo a Pesaro, qualche anno fa, tenere una conferenza all’Hotel Flaminio davanti a tanti giovani a cui aveva raccontato a cuore aperto il suo percorso, la sua forza morale, le sue convinzioni. Un allenatore che Pesaro, ingiustamente, ricorda troppo spesso come ‘quello che aveva mandato via Darren Daye’. In realtà, con il cerbiatto di Des Moines in squadra, Bucci vinse la Coppa Italia nel 1992 a Forlì mettendo in campo una delle più belle squadre che i tifosi pesaresi abbiano mai ammirato, nonostante non sia riuscito a fregiarsi dello scudetto, perso in una sfortunata finale contro la Benetton Treviso. 

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Ma quella serata al Palafiera è ancora scolpita negli occhi di chi c’era: Haywoode Workman contro Vinnie Del Negro, Darren Daye contro Toni Kukoc, sfide stellari tra grandi campioni che regalarono una delle partite più belle mai viste in Italia. Vinse la Scavolini ai supplementari, davanti a una folla oceanica colorata di biancorosso. E’ così che vogliamo ricordarlo, con una delle sue improbabili giacche colorate, lanciato in aria dai suoi giocatori, fra cui l’attuale presidente della Vuelle, Ario Costa.

Nelle Marche la scomparsa di Bucci lascia grandi rimpianti anche a Fabriano, una delle prime piazze dove si affermò ad alto livello: in attesa che fosse completato il nuovo palasport nella città della carta, la sua Honky che aveva una formidabile coppia di stranieri composta da Mark Crow e Al Beal giocò al vecchio palas la stagione 81/82, in alternativa alla Scavolini, e fu adottata dai pesaresi che ogni domenica potevano vedere basket di serie A. Un pezzo di cuore nella nostra regione anche se Bucci, bolognese purosangue, alla Virtus aveva dato la sua vita: la vittoria della stella nell’84, il ritorno 10 anni dopo con altri due scudetti, infine la responsabilità di esserne presidente per riemergere dalle secche dall’A2. E’ stato un guerriero ed esce dalla contesa testa alta: Pesaro, giù il cappello per Alberto.