Pesaro, alcolici ai minorenni. Tzenghne chiuso un mese

Dopo due verbali è scattata la chiusura del locale fino al 15 marzo. La titolare: "Ho sbagliato e chiedo scusa, ma ho agito in buona fede"

Il locale Tzenghne chiuso un mese

Il locale Tzenghne chiuso un mese

Pesaro, 21 febbraio 2020 - La prima multa a dicembre scorso, la seconda a gennaio. Entrambe per somministrazione di alcolici a giovani under 18. E, dopo due verbali, ora è scattata la chiusura. Per un mese, dal 15 febbraio al 15 marzo, il famoso cavallo nero di plastica a grandezza reale, diventato il simbolo del locale di via Nazario Sauro, non metterà più fuori il suo muso. Lo Tzenghne ha avuto l’ordine di abbassare la saracinesca. La sanzione è divenuta operativa qualche giorno fa. Il primo episodio risale al 7 dicembre 2019. Il locale era pieno di gente, ragazzi e ragazze di tutte le età. La polizia municipale arriva per un controllo. E trova due giovani, di 16 e 17 anni, che sorseggiano alcolici. Il verbale è immediato. Tempo un mese, ed ecco che le forze dell’ordine tornano a far visita al locale gipsy del lungomare.

È gennaio e tre diciassettenni bevono una birra a testa seduti a un tavolo. Questa volta, gli agenti sono quelli della Questura. Contestano l’infrazione alla titolare. Secondo verbale. E dunque, chiusura del locale. Chiusura che per legge, va da un minimo di 15 giorni a un mese. «Sono molto dispiaciuta – dice Silvia Terenzi, titolare dello Tzenghne –. So di aver sbagliato e chiedo scusa. Ma ci tengo a precisare che, in entrambi gli episodi, è successo tutto in buona fede. Soprattutto mi preme dire che non c’è alcuna intenzione, da parte mia, di fare incassi sulla pelle e la salute dei giovani. Il 7 dicembre c’era tanta gente. E nella calca mi è sfuggito che fosse un minore. Non sono riuscita a chiedergli i documenti con tutta quella gente. E dal volto, non mi sembrava manifestamente un minorenne. Ma purtroppo lo era, la municipale lo ha accertato ed è scattata giustamente la sanzione». 

A gennaio, il secondo fatto. «In questo caso – continua Terenzi – mi sentivo tranquilla perché ero convinta di poter servire birra a minori tra 16 e 18 anni se seduti al tavolo in base a una legge che distingueva tra vendita e somministrazione, vietando la prima ma ammettendo al seconda. Peccato però che quella legge fosse valida fino al 2017. Non lo sapevo, non ero aggiornata. La nuova normativa ha tolto la dicitura ‘somministrazione’. Ero in buona fede anche in questo caso. Ma ho sbagliato. E mi assumo la responsabilità di quello che è successo. In vent’anni di lavoro non mi sono mai trovata in questa situazione. Ora vigilerò ancora di più».