Alla sbarra il titolare della A.c. Impianti a Cartoceto: dieci dipendenti lo accusano di sfruttamento

Avevano tutti bisogno di lavorare, i dipendenti dell’azienda A.C. Impianti di Lucrezia, ma con dignità. E questa non sarebbe stata garantita dal loro datore di lavoro con la richiesta fino a 60 ore di straordinario, reperibilità giorno e notte, turni di lavoro esasperanti. Per questo, è finito sotto processo con l’accusa di sfruttamento dei lavoratori l’imprenditore Antonio Cusimano, titolare della ditta di riparazione frigoriferi. Ieri è si svolta la seconda udienza che ha visto sfilare i carabinieri dell’ufficio del lavoro per riferire al giudice che cosa avessero accertato e ascoltato dai lavoratori: "Succedeva che, alcune volte, si dovesse lavorare anche alle 2 o alle 3 di notte" ha detto uno dei testimoni, un ex dipendente, sentito ieri in aula. Secondo l’indagine, le 60 ore di straordinario venivano pagate in maniera differente. Dieci ore erano conteggiate nello stipendio mensile, mentre le restanti 50 venivano addebitate come "premi ad personam".

"Ho avuto modo di lavorare per il signor Cusimano e sembrava che non si fidasse di nessuno" ha detto l’ex operaio. L’inchiesta nasce dalla segnalazione inviata all’ufficio del lavoro da parte di un dipendente che intendeva farsi pagare il dovuto. Ma a quel punto, i carabinieri hanno capito che le condizioni di lavoro riguardavan altri dipendenti e per questo è scaturita l’inchiesta per sfruttamento dei lavoratori. Il processo ha visto la costituzione di 3 parti civili oltrea 10 parti offese pronte a riferire ciò che accadeva in questa azienda per la riparazione di frigo, in particolare quelli dei supermercati. L’avvocato difensore Ennio Tomassoni ha preferito rimandare ogni commento. L’avvocatessa Martina Angelini, che tutela una parte civile, dice: "Ci aspettiamo che il processo metta in luce quali fossero le condizioni di lavoro all’A.c. impianti". Udienza aggiornata al 2 ottobre

a.z.