
AUDITORE
Nove mesi e mezzo dopo l’incidente d’auto che, a gennaio, lo bloccò al gelo per 15 ore nei boschi intorno alla Strada provinciale Valle di Teva, tra i comuni di Monte Grimano Terme e Sassocorvaro Auditore, il dottor Gianni Tibaldi tornerà in Africa, domani. In Burundi lo aspettano le persone che assiste nell’officina ortopedica creata all’interno dell’ospedale di Bubanza, nel 2019, anno in cui Tibaldi, specializzato in scienze e tecniche ortopediche protesiche, si unì alla Fondazione Andare oltre onlus, del dottor Piero Petricca.
"Ero finito in una scarpata da cui non potevo uscire, né contattare i soccorsi – ricorda il dottore, che risiede nel comune di Sassocorvaro Auditore –. Intanto, mi ero bagnato tutto e rimasi così per l’intera notte, a -7 gradi. Comunque ci fu tanta solidarietà tra i miei concittadini, che si mossero per cercarmi. Dopo 10 giorni trascorsi nell’ospedale di Torrette, ci furono la fase di ripresa, in cui mi ha aiutato molto il dottor Pietro Sodani, e di riabilitazione: ora ho le gambe abbastanza forti, anche se le dita dei piedi sono ancora in leggera parestesia e ogni tanto perdo l’equilibrio, ma ho recuperato bene".
Nato nel 1956 a Roma, Tibaldi si trasferì a Cagli nel 1984, lavorando poi in varie città della provincia. Nel frattempo, è diventato docente di Tecnica ortopedica a Siviglia e ha partecipato ad alcuni interventi all’estero, come in Kosovo, Albania e Marocco. Nel 2019, l’incontro con il dottor Petricca, che lo coinvolse nella propria missione umanitaria in Africa, dove ora cerca di evitare l’amputazione di arti nelle persone a rischio e, quando ciò è impossibile, costruisce protesi per loro.
"Finora ho fatto 10 viaggi – spiega –. Nell’officina di Bubanza, per la cui creazione donai i macchinari, abbiamo realizzato circa 150 protesi. In Burundi ci sono fame e sporcizia e le persone hanno fragilità a livello osseo, che portano alla formazione di osteomieliti: noi proviamo a recuperare gli arti per evitare la cancrena, ma a volte non si riesce, perciò dobbiamo amputare. In seguito, costruiamo le protesi, prima provvisorie, poi definitive. Ora portiamo con noi anche medicine per fortificare le ossa e vorremmo introdurre il discorso dei corsetti ortopedici. Ringrazio chi mi sostiene in questa missione: dalla mia compagna, Giuliana Gaggini, a Walter Mattozzi, Piero Priori, Tiziana Castori, Tiziana Vannucci, Naio Pierucci e tutti quelli che supportano un progetto fatto per aiutare gli ultimi, i dimenticati dal mondo".