"La mostra “Raphael Urbinas“ è un progetto in cui crediamo fortemente e la minoranza cambia idea troppo velocemente". A dirlo è il sindaco Maurizio Gambini, che fa alcune precisazioni rispetto all’interrogazione, annunciata dall’opposizione su queste pagine qualche giorno fa, inerente i costi delle riproduzioni raffaellesche. Dice Gambini: "Riassumo la vicenda dall’origine. La mostra di 29 riproduzioni in “2D e mezzo“ (ovvero piane ma con alcuni ritocchi stesi a mano che danno un effetto in rilievo, ndr) è nata dalla collaborazione fra Comune e Legato Albani, e Vittorio Sgarbi non ne è stato fautore, ma ha solo presenziato all’apertura. Tutto ha origine dopo l’esposizione “Raffaello - Una Mostra Impossibile“ realizzata nel 2020 dalla Regione Marche e che fece tappa a Urbino in estate-autunno. Chiedemmo all’allora presidente Ceriscioli di averla permanente al termine del tour, ma la cosa saltò perché era tutto di proprietà della società Le mostre impossibili Srl. Dopo la fine della pandemia, chiedemmo al soggetto proprietario di acquisire quelle riproduzioni. Dopo qualche tempo la Srl ci mandò un preventivo di 350mila euro più iva per le opere e il supporto web, con attività collaterali da quantificare con contratti specifici, oltre a progetti di aggiornamento che andavano regolamentati e pagati a parte. A partire da quella proposta, insieme al nostro responsabile del Settore Cultura Gabriele Cavalera e a un funzionario regionale abbiamo incontrato il responsabile della ditta per tentare un miglioramento delle condizioni, senza però ottenere importanti riduzioni dei costi".
Aggiunge il sindaco: "Strano vedere oggi l’atteggiamento critico della minoranza di centrosinistra nei riguardi della mostra “Raphael Urbinas“, quando nel 2020 la stessa compagine plaudì entusiasta la giunta regionale, della medesima appartenenza politica, per l’esposizione a Urbino delle riproduzioni di quasi tutte le opere di Raffaello".
Il Comune ha quindi optato per una soluzione alternativa: "Abbiamo fatto – continua il sindaco – una ricerca tra altre ditte, trovandone alcune fra cui Haltadefinizione, che poi fu scelta per la realizzazione delle riproduzioni. Ci siamo basati sui requisiti tecnico-professionali, sui lavori di alto livello già svolti, sulla tipologia delle riproduzioni offerte, sulle condizioni economiche ritenute congrue e sulla tempistica di realizzazione. Tutti questi passaggi sono stati concordati con l’amministrazione del Legato Albani. Successivamente alle trattative, l’amministrazione del Legato Albani, visto il costo più contenuto rispetto alle aspettative, ovvero 80mila euro, poi ridotto a 75mila, proponeva di farsi totale carico dell’acquisto, considerando che le opere, in totale proprietà, sarebbero rimaste come allestimenti in arredo delle sale del palazzo. Tra l’altro, l’acquisto da parte del Legato Albani avrebbe permesso il recupero dell’iva, con un notevole vantaggio economico. Rimaneva inoltre l’impegno informale da parte del Comune di gestire l’apertura al pubblico degli spazi espositivi e di prefigurare altri progetti di allestimento all’interno del Legato, anche in collaborazione con altri enti. Il tutto al fine di valorizzare al meglio il patrimonio del Legato Albani e migliorare le proposte turistiche della nostra città".
A Urbino è conservata anche la copia della tomba di Raffaello, già usata per la mostra alle Scuderie del Quirinale.
gio. vol.