Ami, bilancio in attivo tra mille difficoltà

Audizione in consiglio comunale per il presidente Lara Ottaviani e il direttore generale Massimo Benedetti. In arrivo nuovi bus

Ami, bilancio in attivo tra mille difficoltà
Ami, bilancio in attivo tra mille difficoltà

Con l’aumento delle spese per carburanti, energia, mezzi e personale che ha subìto un picco negli ultimi tre anni, la situazione del settore dei trasporti è critica, ma Ami è riuscita comunque a chiudere in attivo il 2022. Questo, nonostante i trasferimenti di fondi dallo Stato alle aziende marchigiane, veicolati tramite la Regione, restino i più bassi d’Italia, pro capite.

Lo hanno detto il presidente e il direttore generale di Ami, Lara Ottaviani e Massimo Benedetti, in audizione di fronte al Consiglio comunale di Urbino. "Nel 2022, le spese annuali sono aumentate di 240mila euro per il gasolio, 630mila per il metano e 40mila per l’elettricità – spiega Ottaviani –. A fronte di ciò, il corrispettivo statale è invariato da decenni. C’è stato un unico aumento, nel 2021, del 5%, che però ha dato solo un po’ di respiro. Nel frattempo, sono arrivati due rinnovi del comparto nazionale dei dipendenti, ciascuno dei quali ha aumentato di 500mila euro le spese annuali, tutte a carico di Ami".

A questo, non è per il momento corrisposto un ritorno degli incassi al precovid, anche se, probabilmente, a fine 2023 il numero dei passeggeri sarà risalito. "Nel 2022 c’era ancora incertezza e le entrate sono calate di 1,3 milioni di euro – prosegue –. Sì, ci sono stati acconti di ristori e un aiuto per l’aumento delle spese, ma la situazione è molto precaria. Nonostante tutto, abbiamo chiuso in attivo, dimostrando che l’azienda abbia vitalità, solidità e un grande potenziale per il futuro, grazie al lavoro del direttore generale Benedetti e di una schiera di collaboratori straordinari. I risultati sono incoraggianti, anche se la situazione non è ottimale nemmeno per il personale, soprattutto gli autisti, la linfa dell’azienda: presto, avvieremo una nuova selezione. Stiamo anche proseguendo il rinnovo del parco mezzi (37 immessi, nel 2022), orientandoci verso gasolio e metano e guardando a ibrido, elettrico e idrogeno. In merito a Urbino, abbiamo risolto alcune difficoltà nel trasporto scolastico, intervenendo sulla fermata di via Fontanoni, insieme alla polizia municipale, e mantenendo sdoppiata quella di via Giro dei debitori. Abbiamo poi riconfermato il Pass universitario, da quest’anno esteso alla Politecnica delle Marche, e la collaborazione con Urbino Servizi. Infine, c’è il servizio Urbino Link, con Trenitalia, che permette di fare un unico biglietto, treno-bus. Nel prossimo evento, vorremo presentare il bilancio di sostenibilità dell’azienda, redatto da anni, ma mai esposto".

La transizione energetica genera però "spese aggiuntive incredibili", spiega Benedetti: "Un normale bus da 50 persone costa 250mila euro, uno elettrico 500mila, uno all’idrogeno 800mila. Certo, siamo i primi a dover introdurre certe tecnologie, ma serve un adeguato aumento dei corrispettivi e della copertura dei costi, cosa che non mi sembra in linea coi tempi. Inoltre, siccome per gli autobus extraurbani è obbligatorio andare su elettrico o metano, abbiamo dovuto interrompere l’acquisto di mezzi di grandi dimensioni che certe tratte richiedono. Non potendolo fare, vanno usati due bus e due autisti, ma oggi mancano entrambi. Forse, bisognerebbe capire se vogliamo il servizio o un altro tipo di alimentazione. In merito alle tratte, la Urbino-Pesaro meriterebbe un potenziamento e la collaborazione con Trenitalia significa favorire l’intermobilità, che è la chiave per il futuro. Ci manca sempre l’ultimo miglio, tra casa e la fermata: se individuassimo, insieme agli enti, dei grandi nodi di scambio in cui lasciare l’auto e da cui muoversi con i mezzi, in partenza ogni mezzora, verso il resto della provincia, potremmo dare un effettivo contributo a ogni livello". Nicola Petricca