Anastasiia, 23 anni, uccisa a coltellate Chiusa nel trolley, il marito preso a Bologna

La ragazza, madre di un bambino di due, era tornata a casa per riprendere le sue cose, fatale l’ennesimo litigio con l’uomo

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di Elisabetta Rossi

Il trolley era coperto dai rami, gettato in un campo vicino a Villa Giulia, il relais di lusso sulle colline tra Fano e Pesaro. Lo hanno ritrovato i carabinieri dopo una notte di ricerche sotto la pioggia. Era lì dentro il corpo di Anastasiia Alashri, la giovane mamma ucraina di 23 anni, fuggita dall’orrore della guerra nel suo Paese, la cui scomparsa era stata denunciata domenica mattina dal nuovo compagno. Sul collo e l’addome, i segni delle tre coltellate che l’hanno uccisa. Accusato di aver sferrato quei fendenti e di averla chiusa a forza in quel bagaglio a mano, è l’ex marito della donna e padre del loro bimbo di 2 anni, Amrallah Moustafa Mahojoub Alashri, egiziano di 42 anni. Anastasiia lo aveva denunciato per maltrattamenti venerdì scorso dopo avere lasciato la casa in cui abitavano da qualche mese. Domenica era tornata per prendere vestiti e altre cose sue e del figlio. Ma c’era il marito ad attenderla. E l’ennesima litigata le è costata la vita. Il 42enne è stato fermato alla stazione del treno di Bologna ieri mentre tentava di fuggire. Ed è stato lui stesso a dare ai militari alcuni elementi sul luogo in cui aveva nascosto il trolley. Ha inoltre indicato dove ritrovare i due coltelli, rinvenuti poi in via del Fiume a Fano. A mettere in fila tutti i tasselli del delitto, nell’arco di 10 ore di indagini, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Pesaro e Urbino e della compagnia di Fano. Anastasiia è stata uccisa nella casa in cui stava con l’ex, in viale Trieste 6, vicino al Lido di Fano. Dietro quella porta, ora sigillata, ci sono in terra macchie di sangue. L’ex marito, che dall’arrivo dall’Ucraina aveva trovato lavoro alla pasticceria Cavazzoni, non accettava la separazione dalla moglie. E, a quanto sembra, neppure la sua nuova storia con quel collega di lavoro, un cameriere che Anastasiia aveva conosciuto all’Osteria dalla Peppa di Fano, dove era stata assunta da maggio scorso. Era scampata alla guerra in Ucraina, Anastasiia, arrivata a Fano a marzo, dopo essere fuggita da Kiev con marito e figlio di 2 anni. Entrambi avevano trovato lavoro, ma, a quanto pare, non avevano risolto i problemi di coppia che si trascinavano da tempo.

La donna aveva deciso di separarsi. Ma il marito non l’aveva presa bene. Venerdì scorso, dopo l’ennesima lite, Anastasiia decide di denunciare ai carabinieri le vessazioni del marito. Lascia la loro casa in via Trieste e si trasferisce dall’amico e collega di lavoro. Domenica però la 23enne decide di ritornare nell’abitazione di via Trieste. Ma non avvisa i militari. Chiama però l’ex. E una volta in casa tra i due scatta l’ennesimo acceso diverbio. Intanto l’amico, a cui lei aveva lasciato il bimbo, prova a chiamarla. Ma non riceve risposta. Un silenzio che si protrae e che preoccupa sempre di più il collega. Che chiama i carabinieri. Partono le indagini, coordinate dalla procura di Pesaro, e si scopre che l’egiziano ha preso il treno per Bologna. Ci sono delle foto a immortalarlo. Da Pesaro parte l’indicazione alla Polfer felsinea che alla stazione ferma il 42enne. Viene sottoposto a fermo per maltrattamenti in famiglia. Poi, fa quelle ammissioni e rivelazioni. I militari ritrovano il trolley con dentro il corpo di Anastasiia. E per l’ex marito l’accusa si aggrava nella contestazione di omicidio. Ora è rinchiuso nel carcere bolognese. E presto sarà ascoltato in interrogatorio di garanzia.