Anche gli strumentisti piangono "Così curiamo i mali del musicista"

Intesa tra il Conservatorio Rossini e gli Ospedali Riuniti di Ancona: permetterà di trattare le patologie di cui spesso soffrono i professionisti del pentagramma. Giordano: "Giusto tutelare i nostri talenti"

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Ore ed ore di esercitazione. Dita in tensione, polsi fermi. Una continua sollecitazione delle articolazioni superiori, che può portare i professionisti del pentagramma a vere e proprie patologie della mano. Con il rischio di rimetterci anche la carriera, oltre che il piacere della musica. Ecco perché il Conservatorio Rossini di Pesaro ha stretto un patto con l’Azienda ospedaliera universitaria ’Ospedali Riuniti di Ancona’. Un’intesa per riconoscere e trattare per tempo – evitando che degeneri – la cosiddetta “Patologia del Musicista”, ben più frequente di quanto non si pensi: tendiniti, dolori muscolari... Disturbi che si manifestano con dolore persistente, debolezza, affaticabilità e impaccio funzionale nell’utilizzo delle mani, che possono gravemente compromettere la performance del musicista oltre che la sua salute.

Intervenire per tempo è fondamentale: se trascurate o non comprese, possono infatti cronicizzarsi e rovinare passione e carriera. L’intento del protocollo tra Conservatorio e Azinda ospedaliera è dunque quello di intervenire prima che le patologie vanifichino e disperdano il talento degli artisti. La direzione scientifica del progetto è stata affidata al dottor Michele Riccio, direttore di Chirurgia Ricostruttiva e Chirurgia della Mano dell’Azienda ospedaliera di Ancona. "Le patologie funzionali della mano nei professionisti della musica rappresentano un disagio gravissimo - ha detto Michele Riccio – ma sono anche una sfida per i chirurghi della mano, i fisiatri e i riabilitatori, in quanto alla difficoltà della diagnosi si associa la complessità di un trattamento efficace. Come in un maestoso crescendo rossiniano, il successo del percorso si realizza con la partecipazione dell’intera orchestra" ha concluso.

Infine il presidente del Conservatorio Rossini, Salvatore Giordano, ha sottolineato l’importanza dell’istituzione nata nel 1882, "uno dei Conservatori più antichi e prestigiosi creato per precisa volontà testamentaria di Gioachino Rossini. Il Conservatorio ha circa 650 studenti, di cui oltre il 10% proveniente dall’estero, anche da paesi extra-Ue come Cina, Corea del Sud, Georgia, Russia, Ucraina. Sono 137 gli insegnanti. Alla fine del percorso formativo molti allievi intraprendono carriere musicali importanti raggiungendo traguardi, nel panorama mondiale, di altissimo livello. Il valore di questo inestimabile patrimonio musicale è altresì testimoniato dal Rossini Opera Festival, che ogni anno richiama estimatori da tutto il mondo e dal conseguente riconoscimento di “Città creativa Unesco della Musica“. Credo sia giusto salvaguardare e tutelare questi artisti che fanno onore alla nostra Regione e all’Italia intera". "Le Marche sono da sempre culla della musica – ha concluso Michele Caporossi, direttore generale dell’Azienda ospedaliera – e hanno annoverato tra i propri figli tanti geni della composizione e dell’esecuzione, ma anche l’invenzione di vari strumenti musicali e un poderoso distretto di produzione. Oggi, facendo squadra con la istituzione musicale più importante della Regione, mettiamo in opera un percorso assistenziale che avrà il compito di divenire un vestito su misura di Alta Specializzazione, ritagliato su presa in carico, riabilitazione, ma anche sedime di ricerca applicata".

ben.i.