ALICE MURI
Cronaca

Animali, l’Oipa chiude i battenti: "Siamo pochi, soli e ormai stanchi. I Comuni? Non combinano nulla"

L’associazione provinciale ha deciso di mollare dopo vent’anni di attività dedicata molto al randagismo. E se la prende con gli amministratori pubblici: "Prima delle elezioni ci promettono tutto, poi dimenticano"

Iil gruppone dei volontari Oipa con alcuni degli animali di cui si prendono cura

Iil gruppone dei volontari Oipa con alcuni degli animali di cui si prendono cura

"Oipa di Pesaro e Urbino chiude. Siamo pochi, pieni di animali e stanchi". Questo il messaggio apparso ieri mattina sulla pagina Facebook dell’associazione che si occupa della tutela e difesa degli animali, attiva nel nostro territorio da circa vent’anni. Una decina i volontari fino ad oggi presenti, che in questi anni si sono occupati con grandi sforzi (sia di tempo messo a disposizione sia economici) soprattutto del problema del randagismo felino, molto presente nel territorio.

"Siamo stanchi di persone che se ne fregano della prevenzione, perché tanto poi chiamano i volontari – prosegue la nota –. Ma siamo anche stanchi dei Comuni inadempienti, perché ci sono sempre problemi più importanti degli animali. Vogliamo dire grazie – dice sarcastica l’associazione - al Comune di Vallefoglia e al sindaco per essere stato così disponibile e attento ai bisogni degli animali prima delle elezioni, ma poi in un anno non ha avuto neanche il tempo di dotare il Comune con un regolamento per il benessere degli animali. Figuriamoci quando realizzerà il gattile che ha promesso. Ma un ringraziamento va anche a tutti gli altri Comuni limitrofi che si ricordano dei volontari solo quando devono mollare qualche loro problema. Grazie a tutti quei servizi pubblici che si dovrebbero occupare di animali ma per cui è più importante far quadrare i conti a fine anno e non dicono ai cittadini quali sono i loro compiti. I volontari non sono esseri mitologici che vivono di rendita. Abbiamo una vita, impegni, un lavoro e problemi".

Oipa denuncia la grande difficoltà in cui si trovava ad operare, tanto da arrivare ora alla chiusura: "Il randagismo felino è un problema molto presente nel nostro territorio – dice la delegata di Oipa, Sonja Toni –. Solo lo scorso anno abbiamo gestito più di 150 animali, tra cui 130 gatte randagie sterilizzate e reimmesse nel territorio e 9 cuccioli. Abbiamo affrontato circa seimila euro di spese, tra costi per il cibo, medicine e veterinari. In tanti, in questi anni, ci hanno aiutato economicamente con delle donazioni e li ringraziamo infinitamente, ma tante spese sono state pagate direttamente dai volontari. Io stessa lo scorso anno ho stallato 24 gatti. Noi non abbiamo una sede, i gatti li accogliamo nelle nostre case, compresi i piccoli che vanno allattati ogni 3-4 ore. Per noi è un impegno grandissimo, non soltanto di tempo ma anche economico. Dallo scorso anno nelle nostre case sono rimasti 11 gatti. Purtroppo siamo arrivati allo stremo. Chiudiamo come gruppo ma ognuno di noi continuerà a fare la sua parte, come cittadini che non si girano dall’altra parte. Io ho realizzato un portale online (seguileorme.it) per aiutare a trovare informazioni e creare una rete di persone attive nel territorio per aiutare i randagi. Noi abbiamo fatto quello che potevamo. Ora sta ai Comuni prendersi la responsabilità di occuparsi dei gatti del territorio e di costruire strutture idonee (anche Pesaro attende l’Oasi felina)".