
All’inizio sembrava un raggiro per centinaia di migliaia di euro ai danni di una povera anziana sola. Sembrava che firmasse bonifici per 100mila euro senza apparente coscienza di ciò che stava facendo. Alla fine, l’accusa è risultata essere non sostenuta da prove. Ci sono stati sequestri, indagini, interrogatori, ricorsi fino alla Cassazione e svariati tribunali del Riesame. Fino a quando, dopo 8 anni, la Corte di Appello di Ancona ha messo fine alla storia assolvendo perché il fatto non sussiste il commercialista urbinate Andrea Carlo Bruno (il fratello Vincenzo era già stato assolto in primo grado) e il vicino di casa dell’anziana Tonino Uguccioni, entrambi accusati di circonvenzione di incapace ai danni di Angelina Nucci, ultraottantenne di Gadana. La quale, nel 2015, viveva in uno stato di semindigenza ma aveva in banca 1 milione e 830 euro. I commercialisti Bruno, che già seguivano gli affari del fratello della donna, Gualtiero, morto qualche anno prima, ricco proprietario terriero, avevano continuato ad assistere l’unica erede, la sorella Angelina. La quale si ritrovava in banca tanti soldi ma ne spendeva pochissimi per sé. Al contrario, non faceva economie per donare soldi alla chiesa, in particolare 50mila euro alla parrocchia dell’Annunziata e altri 50mila euro al convento di San Francesco. Ma se queste cospicue elargizioni non avevano insospettito i cassieri di Banca Marche del tempo, questi hanno chiamato la Finanza quando si è presentata allo sportello la signora Nucci insieme al suo commercialista per svuotare il conto di 1 milione e 300mila con l’intenzione di portarlo alla Bnl (doveva aveva già mezzo milione) su consiglio del commercialista perché Banca Marche andava male. Quando la Finanza ha controllato i conti, ha visto che la donna aveva versato poco prima 100mila euro al suo vicino di casa Tonino Uguccioni come ringraziamento per averla accudita in tanti anni e altri 77mila euro ai commercialisti dietro presentazione di fattura al termine di un contezioso tributario per 800mila euro finito bene. Tutto questo ha mandato sotto processo i professionisti e il vicino di casa (difesi dagli avvocati Aluigi, Vampa e dall’avvocato Ambrosini) ora assolti da tutte le accuse.
ro.da.