Archeologia Pesaro, i mosaici del duomo nel metaverso: "Realizzeremo un gemello digitale"

Dopo la scoperta a Fano della presunta Basilica di Vitruvio, Pesaro si prepara per il 2024. In arrivo un progetto della Diocesi con la Politecnica per costruire una copia virtuale dei reperti

I mosaici della Cattedrale di Pesaro (foto Toni)

I mosaici della Cattedrale di Pesaro (foto Toni)

Pesaro, 21 marzo 2023 – Nel derby archeologico della costa, scendono in campo i pesi massimi. Alla vagheggiata Basilica di Vitruvio a Fano, i cui resti potrebbero essere emersi sotto un cantiere edile in un’area privata del centro storico, ribatte Pesaro con un progetto di riqualificazione dei mosaici del Duomo, per il quale è stata coinvolta anche l’Università politecnica delle Marche. Ai referenti della facoltà di ingegneria dell’ateneo dorico sarà affidato dalla Diocesi il compito di eseguire un rilievo di tutta l’area archeologica. Si tratta di costruire un ‘digital twin’, un gemello digitale perfetto, dal punto di vista morfometrico, materico e cromatico. E da lì partire per immaginare una serie di soluzioni come ad esempio una riproduzione in 3D, in cui il mosaico possa prendere la forma di un ologramma sul quale camminare con uno speciale paio di occhiali. Un modo per traslare virtualmente i mosaici dai sotterranei bui del duomo alla luce del metaverso. Il tutto, ovviamente, guardando al traguardo di Pesaro Capitale della Cultura, nel 2024, insieme alla Soprintendenza e al Comune di Pesaro, partner naturali del progetto, sotto la direzione scientifica di Daniele Sacco.

Non sono ancora stati definiti i dettagli di questa riqualificazione. Certo è che chi si aspettava un’operazione più drastica dovrà rassegnarsi: non è allo studio il distacco del mosaico superiore per ricollocarlo, ad esempio, al piano di calpestio, anche per liberare il mosaico inferiore, rara testimonianza di arte paleocristiana. "Io credo – osserva Filippo Alessandroni, direttore del Museo diocesano – che la soluzione scelta al tempo, cioè il solaio con i vetri e le ’finestre’, fosse l’unica possibile in quel momento storico. Ma in futuro le prospettive possono cambiare" conclude sibillino.

Per il momento la cosa certa è l’incarico alla Politecnica: "Il rilievo del mosaico e di tutta l’area archeologica – spiega Alessandroni – è la base da cui partire per valorizzare uno dei tesori artistici più importanti della città. Vogliamo portare avanti il restauro complessivo del mosaico e dell’intero percorso archeologico". I mosaici del Duomo emersero nel 1990 e da allora, a parte la semi-copertura trasparente nel ’99, non hanno subito altri interventi. Si tratta di capolavori unici, anche per estensione: quello superiore arriva a 900 metri quadrati. "Parliamo di un complesso straordinario – osserva il professor Paolo Clini, dell’Università politecnica delle Marche – che non ha eguali persino ad Aquileia o Ravenna, e che va raccontato al mondo, perché al momento, anche per questioni di sicurezza, risulta poco fruibile. Non serve una ricollocazione: ci sono piattaforme digitali che ci consentono di ottenere risultati efficacissimi. La fruizione virtuale può essere persino più affascinante della visione reale. Inoltre la presenza del museo diocesano proprio di fronte al Duomo può costituire la naturale collocazione di questi nuovi percorsi digitali. Insomma, se non ora quando?" L’anno scorso le visite ai mosaici sono state circa un migliaio.