DAVIDE EUSEBI
Cronaca

Aria frizzante nelle valli di Fenile. Al “Gentilrosso“ si cucina il tempo

Presentata la pizza alla trippa. Santi: "Esempio che valorizza. la tradizione con i vini doc". E i primi stagionali "volano".

La presentazione della pizza alla trippa con Otello Renzi e Gianfranco Santi

La presentazione della pizza alla trippa con Otello Renzi e Gianfranco Santi

PESAROC’è aria frizzante nella campagna di Fenile, sospesa tra Fano e Pesaro, dove la frescura della sera cala tra valli docili fino alla pianura. Qui, all’agriturismo Gentilrosso, tra i tavoli viaggia il sorriso e ogni stagione è una festa. Va così, quando lavori con passione, maneggiando materia prima di primissima qualità, a cominciare dalle farine di produzione propria che danno un pane fragrante, profumato, con sentori di grano arso, erba medica e mineralità ciottolosa e iodata. Il pane è un ingrediente principe per capire in che luogo siete capitati e con esso anche la pasta madre con cui si preparano le pizze (a lunga lievitazione) qui farcite con fiocco, fiordilatte, mortadella di propria produzione, coppa di testa Alessi stratosferica, oppure, come nel caso della Isabella, topinambur e fiori zucca. C’è poi una delle leccornie più buone e sorprendenti assaggiate ultimamente: la pizza farcita con la trippa, succulenta, delicatissima e profonda, elegante, di povera nobiltà, una vera ghiottoneria per chi ama i sapori di una volta prendere il volo su "dischi volanti" farinacei. Una pizza "di Marca", ovvero, ha spiegato durante la presentazione (condotta dal sommelier Otello Renzi) Gianfranco Santi, vice presidente di Linfa Camera di commercio Marche, "concepita all’interno di un circuito che promuove le tipicità marchigiane attraverso la pizza e con i vini doc in abbinamento. Un progetto che riscuote molto successo".Ma al Gentilrosso c’è molto altro. A cominciare dai primi fatti in casa, le tagliatelle con i fagioli, quelle con piselli e salsiccia, gli gnocchi all’anatra o quelli con le verdure di stagione del proprio orto. Potete passare ai secondi con un assaggio di trippa (non rinunciatevi è una delle migliori di sempre), e quindi misurarvi con tagliata (al sale) o arrosti di cortile di rara bontà come l’oca al forno, o, su prenotazione, il pollo croccante dell’aia e il coniglio in porchetta. Carni nostrane non facili da trovare nei menù, dove a volte imperversa la grande produzione, specie in tema di carni bianche: chi è stato abituato agli arrosti del contadino sa di cosa stiamo parlando. Una bella festa della tavola, questo agriturismo, dove anche i dolci sono buonissimi: mousse al cioccolato, pere e granella di pistacchio, millefoglie con crema chantilly solo per fare qualche esempio di quello che Barbara Bruscia e suo marito Giacomo sono capaci di proporvi.d. e.