"Arretramento ferrovia, bisogna cambiare metodo"

Gruppo Zero interviene per sottolineare che il fine "non è spendere le risorse, ma usarle al meglio"

Propone di ’Cambiare metodo’ il gruppo ambientalista che si firma come Gruppo Zero, a proposito del dibattito sull’arretramento della ferrovia e all’indomani degli Stati Generali delle Infrastrutture, convocati dal sindaco Matteo Ricci. "Il tema dominante dell’incontro è stato l’arretramento della ferrovia Gradara-Pesaro, un’opera da 1,2 miliardi di euro che permetterà di ridurre i tempi di percorrenza della tratta di circa 5 minuti. Un intervento che si pone l’obiettivo di migliorare il corridoio adriatico, per potenziare entro il 2030 il trasporto merci su ferro dall’attuale 11-12% al 30%, riducendo conseguentemente il trasporto su gomma. Impossibile essere in disaccordo con obiettivi tali, ma i problemi nascono quando dai buoni propositi si passa alla fase progettuale. Infatti, premesso che la penisola sarà percorsa da due dorsali ferroviarie TEN-T (il corridoio tirrenico e il corridoio adriatico) è avidente che la linea adriatica, per sua vocazionalità, risulterà interessata da un incremento esponenziale del traffico merci". Per Gruppo Zero il crescente flusso di treni merci risulterà particolarmente impattante per quelle località di mare a vocazione turistica che continueranno ad essere attraversate dalla linea ferroviaria. "Mentre il bypass Gradara-Pesaro, comporterà un forte impatto con i suoi viadotti a circa 10 metri da terra. Un tracciato che una volta realizzato non potrà contemplare l’ulteriore arretramento della linea Pesaro-Fano, se non vanificando il tratto Muraglia-Fosso Sejore e gettando quindi alle ortiche circa 500 milioni di opere compiute. Possiamo permettercelo?" Dunque, "per quanto appetibile un’opera da 1,2 miliardi di euro, pensate sia questa la tipologia di approccio da utilizzare per un tema di tale portata? Cambiamo metodo: il fine non è spendere le risorse pubbliche, ma utilizzarle al meglio".