C’è anche l’arretrato Tasi (servizi indivisibili del Comune) che va considerato. L’amministrazione di Pesaro attraverso Aspes ha riscontrato un’evasione fino al 2020 (poi la tassa è confluita nell’Imu) pari a 62mila euro. Ad essere interessati sono 118 contribuenti che non l’hanno versata. Per questo, l’ufficio tributi ha avviato l’iter per il recupero della somma, il cui esito però è tutto da vedere.
Rimane significativo l’elemento che da anni è ricorrente all’ufficio tributi: due evasori su tre a Pesaro non pagano mai, seppur pizzicati. A pagare dopo l’accertamento è al massimo il 30 per cento dei contribuenti. degli evasori. Gli altri si disinteressano di pagare qualunque cosa (rifiuti, tasse, multe ecc) rispondendo di non avere nulla di intestato e dunque di non poter provvedere ad alcun pagamento. Non essendo più pignorabile il divano di casa perché serve per vivere, la riscossione coattiva
passa per il pignoramento di moto, biciclette o auto ma soltanto se il debitore le possiede. Oppure parte dello stipendio, se ha un lavoro. Il che non sempre è scontato. Aspes si avvale dal 2014 di un
software di Advanced Systems
Spa per i tributi locali, prima per l’Imu e poi per Tasi e Tari, così come per la riscossione coattiva e per l’imposta di soggiorno. Tra il 2016 e il 2019 il comune di Pesaro ha incassato oltre 4 milioni di euro con gli accertamenti d’ufficio emessi per l’Imu. Dati più recenti non sono stati resi noti ma sembrano essere in linea con quelli precedenti