Arrivano i carabinieri al seminario vescovile

Dopo la denuncia di don Luigi Spallacci fascicolo in mano alla Procura. La Curia conferma il nodo dell’assistenza e il caso della dipendente

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"E’ tutto nelle mani della Procura e quindi tocca a loro valutare", hanno detto il luogotenente Antonino Barrasso e il capitano Massimiliano Papale ieri mattina infilando il grande cancello del seminario vescovile di via Roma. Perché con molto tatto e molta discrezione i militari stanno sentendo tutti i protagonisti di questa vicenda legata alla casa del clero dedicata a monsignor Costanzo Micci: 8 anziani sacerdoti in tutto e 6 persone del personale. Ieri la Curia ha emesso una nota – visionata e approvata da monsignor Trasarti –, per dire: che all’interno vi lavorano 4 persone (tutte regolarmente stipendiate) con l’aiuto di 2 suore, che i locali di via Montevecchio sono stati ceduti in comodo gratuito e che "la fondazione gestisce anche altri beni ricevuti in donazione".

Quindi, dopo aver ricordato l’opera svolta dal vescovo per venire incontro ai bisogni, anche spirituali degli ospiti, si arriva al punto che "le spese di gestione risultano alte". In virtù di questo la Curia fa sapere che non può disporre di un infermiere h24, per "cui può capitare che all’emergenza i presbiteri anziani si soccorrano a vicenda". Quindi si entra nel merito spiegando il perché don Luigi Spallacci si sia recato dai carabinieri: "Dopo essersi più volte trovato nella situazione di dover aiutare altri suoi confratelli in difficoltà – si legge –, ha voluto informarsi, rivolgendosi ai carabinieri di Fano, sul comportamento più idoneo da tenere". Ragion per cui, sostiene la Curia, i carabinieri hanno voluto approfondire la situazione, i rapporti con il personale e con i responsabile della Fondazione.

Ma c’è un’altra questione: "Per quanto riguarda la questione relati va alla dipendente – si legge ancora nella nota –, la stessa è stata ripetutamente sollecitata a non accettare donazioni in denaro dagli ospiti della casa, mantenendo distinta la sua vita privata da quella lavorativa, pena il licenziamento". Cosa questa non avvenuta per lo stop ai licenziamenti scattato con la pandemia. Comunque la Curia attraverso il consiglio della Fondazione don Micci "si è ripromessa di affrontare la questione in maniera complessiva e ripensare a tutta la gestione economica e dei servizi per arrivare ad un bilancio che eviti perdite annuali consistenti".

Stando comunque alle indiscrezioni che emergono, sembra che uno dei sacerdoti della casa del clero abbia addirittura messo la signora extracomunitaria nel suo testamento e ieri mattina, prima dell’arrivo dei carabinieri al Seminario, il vicario don Marco raccontava "che questa donna andava a piangere sulle spalle dei sacerdoti, raccontando i suoi problemi". Insomma, impietosiva. Una situazione questa pare molto diffusa perché da altre indiscrezioni che stanno circolando monsignor Bertozzi l’avrebbe raccomandata anche al cappellano del Santa Croce per concederle un prestito in denaro. Forse questo il punto che i carabinieri hanno messo e stanno mettendo sotto i riflettori e forse per questa ragione ieri mattina hanno fatto visita all’economato della Curia, che è dentro al seminario vescovile di via Roma. Comunque il fascicolo è ora in mano alla Procura.

m.g.