Assedio alla casa di Ricci, indagato Carriera

E’ accusato insieme ad altre 18 persone di violenza privata e minaccia aggravata per aver impedito di uscire alla famiglia del sindaco

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Indagate 19 persone per l’assedio alla casa del sindaco Ricci. Era la sera del 28 luglio scorso. La procura ipotizza nei loro confronti il reato di minaccia aggravata e quello di violenza privata aggravata per aver impedito alla famiglia del sindaco di uscire dalla propria casa. Il nome che spicca tra gli indagati è quello di Umberto Carriera, il ristoratore ribelle di ’Io apro’, il quale guidava la "manifestazione" facendo dirette Instagram sotto casa di Ricci. Che non si trovava a Pesaro ma a Roma in una trasmissione televisiva. Proprio in quel momento, venne informato dalla moglie della presenza di esagitati sotto le finestre di casa che urlavano frasi di varia natura in totale libertà di movimento, e senza la presenza delle forze dell’ordine ad impedire l’assedio.

Al rientro a Pesaro, il sindaco presentò una querela contro tutti coloro che avevano preso in ostaggio di fatto la propria famiglia indicando come fonti di prova le tantissime dirette social che gli stessi protagonisti dell’assedio aveva postato come trofeo. La procura ha chiesto l’archiviazione per il reato di manifestazione non autorizzata mentre ha aggiornato l’iscrizione nel registro degli indagati per minaccia grave (reclusione fino ad 1 anno) mentre per la violenza privata aggravata si può arrivare fino a 4 anni di reclusione.

Per il sindaco non ci furono dubbi su come reagire all’assedio. Si presentò il giorno dopo in questura insieme alla moglie per depositare la querela contro chiunque avesse partecipato alla "manifestazione" sotto casa sua. Ad identificare i nomi dei partecipanti sono stati gli uomini della Digos in base alle immagini dei social, che documentavano come un corteo no vax si fosse staccato dal gruppo radunatosi alla Palla puntando su via Cavour e cominciando a schiacciare il campanello della casa del sindaco urlando "vieni giù se hai il coraggio" e molto altro ancora.

Il reato di violenza privata nasce dal fatto che i manifestanti avrebbero impedito ai famigliari del sindaco di uscire dall’abitazione, sequestrandoli in casa. Sul fronte delle minacce, gli inquirenti avrebbero raccolto prove di quelle frasi urlate al citofono. Il numero di 19 indagati probabilmente è ancora incompleto perché quella sera c’erano non meno di 100 persone sotto le finestre della casa del sindaco.

La risposta al tempo di Umberto Carriera di fronte alle accuse di Matteo Ricci di aver guidato i violenti, è stata questa: "E’ solo un disdicevole vittimismo"

ro.da.