ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Assunzioni fittizie per permessi di soggiorno: arrestato Gabriele Lucarini a Vallefoglia

Operazione dei carabinieri contro l'immigrazione clandestina: coinvolti professionisti e imprenditori per assunzioni false.

Operazione dei carabinieri contro l'immigrazione clandestina: coinvolti professionisti e imprenditori per assunzioni false.

Operazione dei carabinieri contro l'immigrazione clandestina: coinvolti professionisti e imprenditori per assunzioni false.

Assunzioni fittizie pagate a caro prezzo per uscire dall’illegalità e ottenere un permesso di soggiorno. E’ stato arrestato dai carabinieri e si trova agli arresti domiciliari Gabriele Lucarini, 66 anni, residente a Vallefoglia. E’ il professionista associato dello studio "Lucarini e Associati srl" con sedi a Pesaro e a Rimini, coinvolto nella maxi operazione condotta dai carabinieri che hanno eseguito 12 misure cautelari disposte dalla procura di Rimini per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento dei lavoratori e della prostituzione.

L’inchiesta è partita dalla denuncia di un migrante e ha coinvolto anche un dipendente dell’Inps, un addetto di un patronato e un commercialista residente in un’altra regione: quattro di loro sono in carcere, sette ai domiciliari, per uno c’è l’obbligo di presentazione mentre un altro è ricercato.

Secondo l’accusa quello di cui faceva parte Lucarini era un sistema ben collaudato, attivo nel periodo che va dal 2017 al 2020, in base al quale migranti originari in prevalenza dall’Africa settentrionale erano disposti a sborsare anche 6 mila euro per ottenere un nulla osta per l’ingresso in Italia in base ad un’assunzione fittizia. Per fare questo era necessario individuare imprenditori che fossero d’accordo a reggere il gioco.

E i migranti che finivano nella rete, sempre secondo quanto sostiene la procura di Rimini, cadevano spesso vittima di sfruttamento e sudditanza psicologica non appena ottenevano un vero lavoro. Alcune giovani donne, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero state addirittura costrette a prostituirsi.

A Gabriele Lucarini la procura di Rimini ha contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché, grazie alla sua intermediazione, sarebbero state presentate molte domande di assunzione false effettuate per il tramite del suo studio in particolare a seguito dell’emanazione del decreto flussi 2020.

E, sempre secondo l’accusa, il professionista di Vallefoglia, ne avrebbe tratto profitto in qualità di commercialista di riferimento di Giuseppe Troiano, calabrese residente a Bellaria, gestore di diverse società tra cui un albergo a Pennabilli che avrebbe organizzato il sistema collaudato per la presentazione delle domande di assunzione fittizie degli extracomunitari. I giudici ritengono che avrebbe trasmesso o fatto trasmettere ai propri collaboratori le domande di nulla osta, pur consapevole che si trattava di assunzioni false.

Fra i reati contestati a vario titolo agli indagati ci sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro e prostituzione, corruzione continuata, false dichiarazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria, favoreggiamento continuato della permanenza di cittadino straniero irregolare, ricettazione e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.