ALICE MURI
Cronaca

Aurora, scrittrice a 15 anni: "Devo tutto a quella prof"

La giovane autrice pesarese ha vinto il premio internazionale Montefiore con il libro intitolato "Andromeda, la costellazione poco più a nord di Pegaso" .

Aurora Domenicucci con Giancarlo Trapanese al festival che l’ha premiata

Aurora Domenicucci con Giancarlo Trapanese al festival che l’ha premiata

di Alice Muri

A soli 15 anni pubblica il suo primo libro dal titolo "Andromeda, la costellazione poco più a nord di Pegaso", edito da Therapeia Edizioni, che fin da subito riscuote un importante successo. Poi, nel corso degli ultimi due anni, sono arrivati anche i primi riconoscimenti ufficiali, tra cui la vittoria del Premio Internazionale Montefiore, dove il suo talento è stato riconosciuto nella speciale sezione giovani. Protagonista di questa storia è la giovane autrice pesarese Aurora Domenicucci, oggi studentessa del liceo scientifico Marconi.

Aurora, come nasce "Andromeda" e da dove viene l’idea per questo titolo?

"Andromeda è il nome della protagonista del libro, che è incentrato sulla evoluzione personale della ragazza, ma è anche il nome di una costellazione, strumento che i pirati e marinai usavano per orientarsi di notte in mare aperto. Così metaforicamente Andromeda, diventa ciò che il suo nome rappresenta: un punto di riferimento per i marinai della sua ciurma".

Andromeda è anche un nome mitologico.

"Sì, al suo nome è inoltre legato anche un mito: quello di una ragazza, figlia di Cassiopea, che dopo essere stata legata ad uno scoglio dal dio del mare, viene liberata dall’eroe Perseo, suo futuro sposo. Di riflesso, la protagonista del mio libro, vive inconsapevolmente incatenata nella sua metodicità e verrà liberata da queste catene che le impediscono di vivere la sua vita grazie a quello che invece inizialmente sarà il suo rapitore: il capitano di una ciurma di pirati".

Come si è avvicinata al mondo della scrittura?

"Non ricordo un momento in cui la scrittura non facesse parte di me. La voglia e il piacere di scrivere è apparso fin dall’infanzia, da quando mia madre mi leggeva piccoli libri di storie inventate".

Essendo ancora una studentessa, ci sono dei professori che l’hanno ispirata ed accompagnata alla scrittura?

"Decisamente, partendo dalla mia prima maestra delle elementari. Lei da subito ha apprezzato il mio modo di scrivere ma più di tutti ha influito sulla mia passione per la scrittura la mia insegnante di italiano delle medie. Per questo, non appena mi avevano confermato la pubblicazione del mio libro, le ho chiesto di aprire il mio romanzo con una sua introduzione ed è stata felicissima".

Avrebbe mai pensato di vincere il Premio Letterario Internazionale Montefiore?

"Per me è stata una gioia immensa vedere apprezzata la mia piccola opera tanto da meritarsi un riconoscimento. Una gioia mista ad una smisurata gratitudine verso chi mi è stato accanto e senza cui non avrei nemmeno pensato di pubblicare il libro".

Che consiglio si sentirebbe di dare ai giovani che vorrebbero imparare a scrivere un libro?

"Uno dei primi problemi è quello di trovare l’ispirazione. Il mio segreto è di vivere la vita con sensibilità e attenzione per le piccole cose. Poi tanta lettura e, come consiglio meno tecnico, vorrei dire di non avere paura dei giudizi che le persone potrebbero avere leggendo ciò che avete scritto".