Pesaro, 26 marzo 2024 – Un pomeriggio di giochi, sport e merenda tra amici all'aria aperta. Quello che è la normalità del proprio tempo libero per la maggior parte dei bambini diventa un evento straordinario se questi bambini sono affetti da autismo. I loro genitori lo sanno bene: conoscono l'isolamento e le difficoltà dei propri figli di relazionarsi con gli altri. Non certo perché non lo vogliano, a differenza di quanto per ignoranza si pensi. Anzi. E’ che spesso sono frenati dalla paura del rifiuto oppure da fattori esterni come le iperstimolazioni sensoriali (uditive o visive) che li disturbano. Ma quando la sensibilità, la cura e la professionalità si incontrano si crea una magia.
Tutto sembra possibile e in un attimo facile e naturale. Senza forzature, senza imbarazzi e senza false 'inclusioni'. Lo sanno i ragazzi e i professionisti di Filosport, associazione sportiva del territorio che da anni si spende perché questa inclusione sia reale. E quest’anno fanno un passo in più per i loro piccoli atleti speciali con il progetto di sport inclusivo gratuito 'Jump Over'. Grazie anche al contributo (nell'anno di Pesaro Capitale della cultura) della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero per le Disabilità, della Regione Marche e del Comune di Pesaro. va in questa direzione. Ad illustrare il progetto è la coordinatrice Filomena Patella, psicologa clinica e presidente della Asd Filosport.
Dottoressa, in cosa consiste il progetto ‘Jump Over’: oltre le barriere?
"Il progetto prevede 4 mesi di sport gratuito per bambini e bambine con disturbo dello spettro autistico, inseriti in piccoli gruppi di coetanei, con l’obiettivo di offrire un’esperienza sportiva di qualità e di favorire l’inclusione sociale”.
L’inclusione sociale è uno dei tasti dolenti legati al disturbo dello spettro autistico
“Infatti i bambini con disturbo dello spettro autistico sono considerati a rischio emarginazione proprio per le loro difficoltà o differenti modalità di socializzazione. Spesso, inoltre, sono impegnati in attività essenziali per il loro benessere ma che li tengono in un rapporto 1:1 con un educatore, adulto, con pochi contatti con i coetanei. Questo isolamento contribuisce ad alimentare gli stereotipi derivanti dalla scarsa conoscenza delle caratteristiche di persone nello spettro autistico”.
Quindi l'ambizioso progetto dell'inclusione passa attraverso lo sport?
“Si ma non solo. Proprio per lavorare su questi obiettivi e raggiungere la piena inclusione, oltre allo sport, saranno cruciali i laboratori organizzati mensilmente: giornate di giochi, passeggiate nella natura, merende condivise, gite in fattoria didattica e molto altro”.
Il progetto termina con il 2024 o avrà un seguito? “Noi speriamo che questi contributi possano essere rinnovati in modo da dare continuità ai nostri progetti e continuare a sostenere le famiglie”.
Che figure sono presenti in Filosport? “Psicologi, educatori, istruttori sportivi, aspiranti insegnanti. Tutti collaboriamo in rete, confrontandoci su ogni bambino, ognuno secondo la propria specifica preparazione. Ringraziamo le famiglie che da qualche anno ormai ci hanno affidato i loro bambini con tanta fiducia e che sostengono sempre le nostre iniziative. Un grazie va anche ai nostri tecnici che lavorano sul campo e che stanno facendo un lavoro straordinario: Michele Totaro, Alex Torcasio e Giorgia Casciaro”.