Autovelox della Siligata, la protesta dei residenti. "Serve solo a far multe"

"Serve più avanti, non qui". Ma le norme lo vietano

Autovelox della Siligata, la protesta dei residenti

Autovelox della Siligata, la protesta dei residenti

Pesaro, 23 settembre 2018 - Il nuovo autovelox ai piedi della Siligata – solo in direzione di Rimini – ha diverse funzioni in più rispetto a quelli contenuti all’interno dei box gialli. Non solo opera tutto in digitale, e trasmette alla polizia locale i dati tramite wi fi, ma soprattutto, diversamente dal vecchio, rileva anche se i veicoli sono a posto con assicurazione e revisione, tramite la registrazione della targa. In questo senso, funziona (da fisso) come il sistema Mercurio,  in dotazione alle pattuglie della polizia, con cui in tempo reale si registrano le auto prive di assicurazione o con tagliando scaduto. 

In direzione Rimini-Pesaro, al momento, resta il vecchio autovelox con box giallo, che al momento non ha, diversamente dall’altro appena montato nella direzione opposta, la possibilità di avere un allaccio vicino per l’alimentazione.  Per ovviare, bisognerebbe usare un pannello fotovoltaico molto grande. 

Fotografa gli eccessi di velocità da pochissimi giorni, ma il nuovo e iper-tecnologico autovelox della Siligata è già contestato, soprattutto dai residenti che abitano nei dintorni. Perché? «Questo nuovo marchingegno – dice Iolanda Filippini, vicepresidente quartiere 6 San Bartolo – sembra messo qui apposta per fare le multe, in realtà a noi ne serviva uno all’incrocio con Fiorenzuola, perchè qui le macchine in effetti rallentano ma riprendono presto velocità e arrivano forte in cima al valico, dove possono sfrecciare perchè l’autovelox lì non c’è». Con lei, altri residenti.

Ma dove mettere gli autovelox è questione complicata, che deve rispettare una serie di norme tecniche precise. Ad esempio, dove esiste limite di 50, come al bivio con Fiorenzuola, non si può mettere autovelox senza la contestazione immediata, fatta da una pattuglia. E il problema è che in cima alla Siligata, da quando c’è il guard rail sul curvone, non c’è spazio fisico sufficiente per far operare la pattuglia. Non solo. C’è anche un problema di distanze da rispettare: serve un chilometro tra il cartello del divieto e dove posizionare l’autovelox. Insomma, la richiesta dei residenti è tecnicamente difficile da soddifare.

E il comandante della polizia locale, Gianni Galdenzi, che ha seguito il caso, contesta le loro conclusioni: «Primo, non è vero che dove è posto adesso l’autovelox non serve. Ambedue le postazioni sono in salita, e per chi rallenta non è così facile, poi, riprendere la velocità. Al contempo, chi non rallenta per nulla, spesso va a velocità pazzesche, fino a 120-130 km ora, e quindi, anche per questo un autovelox serve».

«Poi – aggiunge Galdenzi – ora che abbiamo il nuovo autovelox, non escludo che si possa portare il vecchio box giallo che adesso è alla base delle Siligate in cima, come vorebbero i residenti. Ma nel caso, l’Anas dovrà ricavare uno spazio per la pattuglia. Il vero problema è che manca la rotatoria».

Rotatoria, in corrispondenza dell’incrocio con Fiorenzuola, costo 900mila euro, che l’Anas ha promesso da anni, ma che ancora resta un sogno. La Siligata resta quindi condannata a essere una delle arterie più pericolose di Pesaro. Teatro di numerosi incidenti mortali e barriera invalicabile. Tanti tagliano la doppia striscia continua per non allungare fino alla rotatoria più vicina. E prendono la multa.