Avanti, ragazzi: c’è il servizio civile "Un anno per mettersi alla prova"

Ecco tutte le opportunità con un rimborso mensile di circa 450 euro. "Bellissime chance da sfruttare"

Avanti, ragazzi: c’è il servizio civile  "Un anno per mettersi alla prova"

Avanti, ragazzi: c’è il servizio civile "Un anno per mettersi alla prova"

Per partecipare c’è tempo fino alle ore 14 del 10 febbraio. Sul sito politichegiovanili.gov.it, selezionando come regione le Marche e come città Pesaro sono ben 39 le proposte destinate a chi volesse fare l’esperienza di servizio civile universale. Se si inserisce Fano se ne trovano altre 28; Urbino altre 9 e così via... Aperto a giovani tra i 18 e i 28 anni, il servizio civile universale prevede un impegno orario di 25 ore settimanali (massimo cinque ore al giorno su sei giorni lavorativi) per 12 mesi a fronte di un rimborso mensile di 444,30 euro. La domanda può essere presentata esclusivamente in modalità online, accedendo alla piattaforma dedicata con le proprie credenziali “spid“. Ogni proposta evidenzia i posti disponibili. Verosimilmente l’ingaggio e quindi l’inizio dell’anno di servizio civile universale potrebbe iniziare tra aprile e maggio: infatti prima c’è, a livello centrale, una verifica delle domande, poi la selezione per progetto e infine la convocazione del futuro operatore.

In generale ad offrire progetti sono enti e associazioni del terzo settore le cui missioni hanno a che vedere con il bene pubblico, l’emancipazione della persona, la promozione della cultura e dell’inclusione. Ecco perché tra i progetti disponibili sulla piazza di Pesaro si trovano proposte della Caritas, del Banco Alimentare, della Croce Rossa, dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, ma anche dell’Associazione difesa orientamento consumatori (Amesci) la quale propone un’esperienza a tutela del cittadino contro le truffe: l’operatore di servizio civile, per esempio, aiuterà a sanare le controversie.

È interessata ad aumentare la conoscenza per valorizzare il patrimonio enogastronomico marchigiano, invece, la proposta dell’Unione nazionale delle Proloco che ha 39 posti disponibili in tutte le Marche e che nella propria scheda evidenzia anche la griglia di requisiti con cui verrà eseguita la selezione. Tra gli scopi c’è anche quello di rintracciare ricette della tradizione a rischio di estinzione. Insomma ce n’è per tutti i gusti. "Anche quest’anno abbiamo costruito un progetto intorno al Centro d’ascolto Caritas – spiega Andrea Mancini, coordinatore Caritas –. A Pesaro cerchiamo quattro ragazzi. Il Centro d’ascolto permette di conoscere i beneficiari principali di Caritas e di comprendere cosa sia la povertà estrema; dà l’opportunità di fare incontri di grande spessore umano: fragili, emarginati dalle storie complesse legate spesso alla durezza della vita. Un anno in Caritas è un’ottima palestra per sviluppare competenze professionali nella gestione della presa in carico, del coordinamento di azioni; la redazione e la rendicontazione di progetti sociali". Per capire meglio abbiamo chiesto a due pesaresi under trenta, Emilia e Marco, i quali sono stati in servizio alla Caritas.

Sia Emilia che Marco consigliano di fare un’esperienza del genere. "Assolutamente sì – dice Emilia Biviano –: mette alla prova la propria apertura mentale. Indipendentemente dall’aspetto o dalle condizioni in cui si trova una persona, si impara a non giudicare, ma ad ascoltarne la storia e maturare un percorso di riscatto insieme o sostegno nell’inclusione sociale".

"Lo consiglio anche a chi sta studiando – osserva Marco Baldini che ha fatto questa esperienza nel 2017, tra la triennale e la magistrale in psicologia clinica –. A me è servito per uscire dall’isolamento del percorso accademico ed immergermi in una realtà estremamente stimolante dal punto di vista umano ed emotivo. Non è da prendere come un "lavoretto", piuttosto è per un giovane un momento di contatto con la comunità civile, ben più ampia della solita cerchia costituita da amici, parenti, istruttori così tipica dell’adolescenza. E’ un modo di darsi da fare per il prossimo spendendo le proprie soft skill, importanti nel lavoro, ma soprattutto nella vita"

Solidea Vitali Rosati