Bacio gay, bersagliati con un lancio di mele

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Bersagliati con le mele per un bacio. E’ successo a Pesaro, nel cuore della città, nel quartiere di Pantano. Due uomini si scambiavano effusioni all’ombra di un albero, intorno alle 23 in via Campo Sportivo, vicino allo Stadio Benelli. Uno di essi è conosciuto per la sua professione di speaker radiofonico, l’altro è un caro amico venuto a trovarlo per il fine settimana. "Venerdì sera dopo aver presentato una serata al parco Miralfiore – racconta il protagonista dell’episodio increscioso, Roberto Bagazzoli, 56 anni – è venuto a trovarmi un mio caro amico che non vedevo da tempo. Ci siamo abbracciati e baciati, ma nessuno lì in quel contesto del parco ha gridato allo scandalo. Poi abbiamo preso la moto e siamo andati a mangiarci un gelato alla gelateria Rossini, a fianco all’Ipercoop. Anche in quella occasione non c’è stata nessuna reazione negativa al nostro scambio di affettuosità". Tutto liscio, fino a quando Roberto e l’amico non si sono fermati dietro a un albero per baciarsi in maniera più profonda: "Niente di scandaloso, e comunque non eravamo in mezzo alla strada, ma in un angolo semibuio – sottolinea Bagazzoli che lavora per quattro radio diverse, Radio San Marino, Radio Piacenza Sound, Radio Vela Agrigento e Radio Super Sound Sardegna –, ad un certo punto abbiamo sentito un vociare sempre più insistente, abbiamo guardato in alto e da un balcone un gruppo di giovani di 15 o 16 anni ci prendeva in giro. Li abbiamo ignorati". Poi la situazione è degenerata. "Ad un certo punto siamo stati mitragliati da mele o pesche, non saprei, una pioggia di frutta, inizialmente pensavo che fossero palline da tennis, poi invece ho capito che erano frutti. Fortunatamente non ci hanno colpito, ma solo sfiorato".

A quel punto Roberto e l’amico hanno preferito andare via e tornare a casa. "Sono andato a dormire, poi la mattina ho ripensato all’episodio e ci sono rimasto davvero male, sapevo che Pesaro è una città un po’ bigotta, ma non pensavo così intollerante. Soprattutto mai avrei immaginato di essere preso come un bersaglio da dei ragazzini che ritengo possano essere più aperti a volte degli adulti o degli anziani sulla questione dell’omosessualità". Bagazzoli pur avendo individuato il palazzo, il piano e il numero civico della via non ha voluto sporgere denuncia: "Non sono andato alla polizia, né scritto nulla sui social, perché erano tutti ragazzini".

Beatrice Terenzi