Bagnini: "Faremo di tutto contro la Bolkestein"

Alice Giamprini, bagni Re Sole: "Vogliono spazzare via le piccole aziende. E chi ha costruito, come io con il il bar, perderà tutto"

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"Cedesi attività balneare - per informazione rivolgersi a Mario Draghi". Quando i bagnanti pesaresi hanno visto il cartello esposto nel loro stabilimento si sono informati, interessati a capire. "E’ una provocazione o cosa?". A Pesaro hanno aderito alla protesta silenziosa che su scala nazionale ha raccolto l’adesione di 2000 bagnini, almeno una ventina di stabilimenti, contro la Bolkestein. Per ora. "Quella su Draghi è una battuta, dal sapore molto amaro per almeno 30mila famiglie italiane – osserva Alice Giamprini, contitolare dei Bagni Re Sole, spiaggia di Levante –. La vertenza sulle concessioni balneari è esplosiva. L’approccio, seppur ironico, avverte del disagio e della rabbia. A breve ci saranno manifestazioni pesanti ed azioni ben più eclatanti, per far capire che le famiglie dei balneari non solo non sono una casta, come vengono definite da associazioni interessate ad accaparrarsi le concessioni. Faremo di tutto per difendere il nostro mestiere e la dignità".

Addirittura rabbia?

"Sì: è una vera ingiustizia. Ci restano un paio di anni, poi il modello di accoglienza balneare, inventato in Italia, fatto sulle aziende a conduzione familiare, verrà distrutto. Sul mercato resteranno solo le multinazionali con le spalle larghe da reggere le perdite. O ancora peggio, per starci dentro, daranno servizi basici e semplificati: è questo quello che gli italiani vogliono? Inoltre, dubito che lo Stato ci guadagnerà: con una tassazione al 65% le multinazionali non pagheranno in Italia"

Perché due anni?

"La favola sulla proroga della concessione fino al 2033 – spiega Giamprini – è stata smentita dalla sentenza del Consiglio di Stato. Lo Stato deve riassegnare i titoli entro due anni tramite bando pubblico".

Ai gestori storici verrà riconosciuta precedenza in fase di gara. Vero?

"No, anche se i politici la raccontano così: siamo in tempo di elezioni e non vogliono avere i forconi in piazza. Ma la favoletta, l’ennesima, è stata smentita: l’Unione Europea ha messo in multa il Portogallo che aveva previsto un diritto di prelazione ai gestori storici".

Gli storici faranno valere l’avviamento dell’attività.

"Non è così purtroppo. Non c’è traccia né di questo e nemmeno degli indennizzi in nessun documento. Chi ha costruito come me, a proprie spese il bar, il ristorante perderà tutto. E’ giustizia questa?"

Lo venderete a chi subentra. "Non è garantito nulla. A due anni dal bando c’è assoluta incertezza. E’ più facile che verrà tutto demolito e ripristinata la spiaggia senza nulla. Ci rendiamo conto quanta ricchezza verrà bruciata? Del resto, che rabbia: non ci tutelano in nulla, non gli lasceremo nulla. Oltre noi, ad essere mazziati, saranno gli utenti"

Perché?

"Chi subentra avrà tempi limitati per costruire e molti soldi da investire: tutto questo farà aumentare gli abbonamenti e le tariffe. E il servizio, per forza, verrà semplificato. Siamo preoccupati. Per distruggerci ci hanno disegnato come una casta. Ma quali sono questi privilegi?"

Il canone balneare basso, per esempio.

"Guadagniamo perché lavoriamo 12 ore al giorno. E’ ora di finirla con le mistificazioni. Sa cosa paghiamo al posto degli enti che dovrebbero assolvere gli oneri di cui invece ci accolliamo noi la spesa?" No. Cosa? "E’ vero che il canone minimo è di 2.500 euro l’anno, ma tutto il sistema della sicurezza, per un costo medio di 25mila euro l’anno è a carico dei bagnini, quando spetterebbe agli enti pubblici. Paghiamo noi il servizio di assistenza bagnanti con i Bagnini; montiamo torrette, mezzi di soccorso; paghiamo il rimessaggio invernale di tutte le attrezzature del salvataggio in mare; paghiamo la pulizia del tratto di spiaggia in concessione; paghiamo noi le delimitazioni per la sicurezza in mare; paghiamo le tasse sulla immondizia prodotta dai bagnanti".

Solidea Vitali Rosati