Ancora impegnati a chiudere ed aprire ombrelloni e sdraie e poco tempo per "approfondire il decreto del Governo sull’asta delle concessioni demaniali", dice Maurizio titolare dei bagni Lallo, uno di quegli arenili che è passato da Lallo Felicita alla figlia Claudia. "E’ da questa mattina presto, compresi i netturbini, che molte persone mi chiedono sulle gare per le concessioni, ma non ho avuto tempo per approfondire. Io so solo che ho ancora in piedi fino al 2036 un mutuo per qualche centinaia di migliaia di euro perché ho dovuto rifare tutto con il vecchio piano spiaggia. Abbattere i rifare tutto nuovo, dal casottino alle cabine. E chi se lo accolla? Non lo so, anche perché, contrariamente a quello che pensano in molti, non è tutt’oro quello che riluce".
Deciso Andrea Ranocchi, dei bagni ‘Marevivo’ che dice: "Una cosa è sicura ed è questa: sicuramente non farò investimenti perché dovrei rifare il casottino con il piano spiaggia e quindi mettere nel conto di spendere circa 300mila euro, anche perché si sa quando si inizia con i lavori ma non si sa quando finisce. Comunque adesso vediamo, visto che ci sono davanti altri tre anni ed ancora il provvedimento non è legge. Se ci fosse un diritto di prelazione potrei anche pensarci, visto che tutto quello che c’è qui fa parte di un nostro investimento, ma se non ci sarà questa possibilità, come sembra, non ci penso nemmeno di partecipare al bando. E penso poi anche a qualche collega che ha speso soldi importanti, impegnando anche la casa, che non avrà diritto agli indennizzi spettanti a chi ha fatto investimenti negli ultimi 5 anni, indennizzi che deve pagare chi subentra".
Un panorama che va da chi deve ancora infilare la testa dentro il problema, e chi invece dice, come Fiorenzo Pucci, titolare dei bagni Agata Sottomonte: "Basta, non se ne può più perché stiamo andando avanti dal 2006 con questa storia delle aste degli arenili. E’ uno stillicidio ma poi voglio anche capire come viene concepito l’indennizzo di uno stabilimento perchè il valore è stabilito da quello che uno ci ha costruito sopra, visto vche il valore della sabbia vale il 10 % del totale. Io ho speso 600mila euro solo per fare le fogne, senza contare il resto. E’ vero che negli anni la spesa è stata ammortizzata, ma è anche vero che se uno invece di comprare una casa nuova ne prende una vecchia, non è che non vale niente e te la regalano. Ed anche questo è concetto relativo perché poi gli investimenti per le attrezzature sono costanti. Una cosa questa, dell’indennizzo per i soli ultimi 5 anni, che non capisco e che sembra uscita da un regime. Sicuramente sono stufo di questa storia perché non si sa di che morte uno deve morire. Ma io nel caso lascerò come ho trovato per cui penso che diventerà una spiaggia libera...".
Per Sabina Cardinali dei bagni Tino, rappresentante dei balneari per la Cna "il provvedimento adottato dal Governo non ci soddisfa – dice –. Se da un lato, infatti, la contininuità delle attuali concessioni arriva fino al 30 settembre del 2027 è positiva, i criteri previsti per il nuovo assetto non tutelano le imprese. Non ci soddisfa il fatto che sia previsto per gli attuali concessionari solo la remunerazione degli investimenti ancora da ammortizzare senza prevede nulla per gli investimenti effettuati nel corso di una intera vita imprenditoriale, limitandosi ad un riconoscimento solo per l’ultimo quinquennio".
m.g.