
Un momento dell’incontro di ieri nella sede della Banca di Pesaro
La territorialità, elemento centrale e portante dell’attività della Banca di Pesaro Credito Cooperativo, è come un solido tavolo che poggia su quattro gambe le quali devono a loro volta essere della stessa lunghezza per consentire equilibrio e giusta condivisione degli interventi nei vari settori. Per questo il presidente Massimo Tonucci e il direttore generale dell’istituto di credito cittadino Paolo Benedetti riaffermano che "la banca non è solo sport", slogan che peraltro non fa che ribadire concetto risaputo che ha sempre informato i suoi interventi di di questi anni. A riprova della veridicità di quelle parole, c’è adesso anche l’occasione dell’appena siglato accordo triennale di sostegno a favore della Ce. I.S. – Centro italiano di solidarietà dell’arcidiocesi di Pesaro – con riferimento alle strutture che ormai siamo abituati a chiamare le Opere di don Gaudiano: Casa Marcellina, Casa Moscati, Comunità di via del Seminario. A sancire l’accordo con i vertici della banca avvenuto ieri mattina nella sede di via Milano, c’è don Marco Di Giorgio, presidente del Ce.I.S., che dell’intervento solidale di Banca di Pesaro mette in luce, oltre alla gratificazione, la triennalità, cioè la durata nel tempo che consente anche una progettualità, elemento diventato assolutamente necessario con gli elevati standard richiesti oggi dalle leggi per l’esistenza di quelli che decenni or sono furono "le profezie" di don Gaudiano.
Come sempre i dirigenti di Banca di Pesaro si spartiscono i compiti: il presidente Tonucci rileva la "mission" fondamentale dell’istituto nel perseguire obiettivi a sostegno delle fasce più fragili e socialmente più deboli, mentre il direttore generale Benedetti conferma e avalla con legittima soddisfazione perché se interventi così consistenti e prolungati come quelli col Ce.I.S. possono essere messi in atto, affiancandosi peraltro a quelli già in essere con la Caritas, significa che la Banca di Pesaro continua ad operare bene, a crescere in salute e a produrre frutti sostanziosi da poter ridistribuire a favore e a vantaggio della comunità in mezzo alla quale essa storicamente è attiva. C’è il tempo per affiancare lo sport e c’è quello per sostenere e vivificare la solidarietà e il sostegno a chi ne ha maggiormente bisogno, alla fine il tavolo "spianerà" perfettamente.
f.b.