Pronto soccorso Pesaro al collasso, bando per 29 medici

Assunti a tempo indeterminato, sono specializzandi e coprono le carenze di organico

L’area Triage del pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore

L’area Triage del pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore

Pesaro, 13 maggio 2019 - Medici specializzandi per far fronte alla carenza di camici bianchi nei pronti soccorso degli ospedali. L’Asur ha pubblicato un bando per l’assunzione a tempo indeterminato di 29 medici d’accettazione e urgenza aperto anche i laureati iscritti all’ultimo anno del corso di specializzazione, come previsto dall’ultima legge di Bilancio. Alla graduatoria potranno attingere tutte le strutture sanitarie marchigiane che abbiano necessità di coprire gli organici, dunque anche le aziende ospedaliere come Marche Nord che ha comunque provveduto a bandire anche una propria procedura di concorso per tre posti di medicina d’urgenza e accettazione a tempo determinato.

Questi sono solo gli ultimi tentativi per risolvere un problema che esula dai confini regionali e assume i contorni di una emergenza nazionale per la carenza di medici specializzati nell’emergenza, ma che ha pesanti ripercussioni anche sulle nostre strutture ospedaliere.

Al Pronto soccorso di Marche Nord è stato predisposto l’accorpamento dei posti letto di Osservazione breve per permettere al personale medico di smaltire le ferie, che in alcuni casi risalgono al 2016. La limitazione cesserà il prossimo 1 giugno. In difficoltà anche l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino dove l’unità operativa dedicata ai casi d’emergenza ha una pianta organica di 13 medici più un primario, ma in realtà i medici operativi sono soltanto sette.

«Il problema è che mancano medici specialisti, in particolare nel settore dell’emergenza», afferma Stefano Loffreda, primario del Pronto soccorso al Marche Nord, spiegando che per lavorare in ospedale bisogna avere la specializzazione, non basta la laurea, però le borse di studio di specializzazione messe a disposizione dallo Stato sono inferiori al fabbisogno: dei 10mila studenti che laureano in medicina ogni anno, solo 6mila riescono ad accedervi. Per questo Loffreda è piuttosto scettico sulla reale efficacia della scelta operata nelle Marche di aprire il bando agli specializzandi per provare di intercettare un po’ prima i medici. «Non dico che questa misura sia inutile, ma credo che avrà una portata molto limitata rispetto al deficit di medici che sconta il nostro settore – afferma Loffreda – Perché gli specializzandi possono partecipare, entrare in graduatoria ma prenderanno servizio solo quando avranno il diploma in mano. Tra l’altro il corso di specializzazione per Emergenza e Urgenza nella nostra regione ha aperto quattro anni fa e non abbiamo specializzandi del quinto anno».

Potrebbero aderire specializzandi delle aree limitrofe? «Teoricamente si, in pratica no – risponde Loffreda – Siamo poco attrattivi rispetto ad altre regioni che, per attrarre personale nel nostro lavoro che notoriamente è più difficile, faticoso e senza libera professione, prevedono bonus e incentivi di diverse migliaia di euro all’anno. Noi primari di pronto soccorso abbiamo richiesto formalmente alla regione Marche di adeguarsi a ciò che fanno gli altri, altrimenti si farà sempre fatica a competere»