Bar e ristoranti, muro contro il green pass "Meno clienti, più costi: come controlliamo?"

Le barricate dei titolari. Poletti, del Pasta&Pizza: "L’ennesimo disincentivo per la categoria, e una lesione delle libertà personali"

Migration

di Giorgia Monticelli

Non ci stanno. I titolari delle attività si oppongono ad un possibile obbligo del green pass, che si pensa di attivare per accedere all’interno locali quali anche bar e ristoranti. Seppur qualche voce si differenzi dal coro, in linea di massima, tutti i titolari delle attività pensano che l’eventuale obbligo sia solo un’altra restrizione che rappresenta: "L’ennesima mazzata data al settore della ristorazione". Seppur ancora si stia aspettando una presa di posizione definitiva da parte delle istituzioni – e si attende che vengano chiarite anche le eventuali modalità di attivazione dell’obbligo - i titolari delle attività hanno già le idee chiare e si oppongono fortemente: "siamo assolutamente contro, è impensabile attivare un obbligo di questo tipo – afferma Michele Poletti, uno dei titolari del "Polo Pasta&Pizza" – sono due anni che veniamo continuamente penalizzati ed il green pass obbligatorio rappresenterebbe l’ennesimo disincentivo per la nostra categoria. Stanno provando a ledere la libertà delle persone, noi non ci stiamo". Le preoccupazioni più grandi, però, sono proprio riservate alle modalità di attivazione e - stando alle parole dei titolari - si aspettano ennesime spese per il settore, che si andrebbero ad aggiungere alle difficili situazioni economiche che ha portato il Covid: "è difficile per noi controllare le certificazioni di tutte le persone che vengono nel bar – sottolinea Marco Montaspro del "bar Odeon", in via Salvatori – saremo costretti a pagare un altro dipendente, almeno nei giorni più confusionari, che si dedichi esclusivamente al controllo dei green pass dei clienti. Altre spese che dopo i periodi difficili che abbiamo passato faremo fatica ad attuare". Una situazione quindi non del tutto chiara nemmeno agli stessi titolari che sono – come da loro affermato – sempre in balia degli eventi e soggetti a continue dichiarazioni che creano scompiglio. Tutti aspettano di saperne di più ma in molti sono avviliti, tanti non vogliono parlare e si rifiutano di commentare la situazione perché esausti dei continui cambiamenti: "Ora ci chiedono di fare i vigili ma non è il nostro ruolo, noi lavoriamo nella ristorazione – affermano Simone Scaglioni e Nicola Ranieri del ristorante "Alta Marea", in via Cristoforo Colombo – è una situazione assurda che ci andrà a creare non pochi problemi e ipotizziamo altre spese che non vorremmo dover affrontare, soprattutto dopo l’ultimo anno d’inferno che abbiamo passato". L’unica voce che si differenzia dal coro è quella di Gabriella Morena, titolare del "bar Redi" in Piazza Redi, che trova nella scelta dell’obbligo del green pass un incentivo alle vaccinazioni: "Sono favorevole al green pass obbligatorio anche nei bar, è un metodo per tutelare noi dipendenti e la nostra clientela, inoltre sarebbe un ottimo incentivo per le vaccinazioni. Bisognerà certamente escogitare delle modalità adatte in modo da agevolarci nel controllo delle certificazioni".