Bar, ristoranti, locali: la crisi morde

A Fossombrone si salvano solo le gelaterie ma per il resto si è avuto un crollo anche del consumo del caffè .

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Bar così così, ristoranti male e comunque, guardando all’autunno, si sta tutti quanti come sugli alberi le foglie. Anche a Fossombrone il post-confinamento porta ansia e preoccupazione. Soprattutto per i commercianti, che scontano due mesi di lockdown e una incerta fase di ritorno a una normalità che di normale ha poco.

Dall’osservatorio del bar-pasticceria Elisir, in corso Garibaldi, il quadro post-Covid è un panorama in chiaroscuro. Così descrive il momento Otello Dell’Onte, il titolare: "Sul lato gelati e pasticceria in genere, non mi posso lamentare, specie nel pomeriggio si lavora abbastanza bene. Le note dolenti sono quelle del mattino...".

Cioè?

"C’è meno movimento, il calo è sensibile. Di questi tempi gli altri anni si cominciavano a vedere i primi stranieri, che quest’anno per ovvi motivi non ci sono. Ma anche i residenti sono di meno. Parte della mia clientela è fatta anche dai colleghi commercianti: se prima per dire prendevano un paio di caffè durante la mattinata, adesso ne prendono uno solo o anche nessuno. C’è pure da considerare che con la chiusura del locale sotto al Comune c’è un concorrente di meno qui nel corso, ma la cosa non si è fatta sentire".

Prospettive?

"Se il tempo tiene, quest’estate per il mio locale e per i bar in genere non dovrebbe andare male. Il caldo spinge a consumare i gelati e io ho posti anche fuori dal bar, sotto le logge. E dentro il distanziamento non è un problema, il locale è grande".

In autunno?

"Ecco, è l’autunno che mi preoccupa. A parte l’eventuale ritorno del virus, c’è il fatto che col freddo circola meno gente. Speriamo bene...".

Più tempestoso il panorama disegnato da un ristoratore che vuol rimanere anonimo: "Guardi, io non so nemmeno se arrivo a settembre. Ho fatto i conti l’altro ieri e il calo è stato di un 75 per cento secco. La gente varca la soglia e chiede "come dobbiamo comportarci?". E sono più quelli che vanno via di quelli che entrano. Come se il Covid si prendesse solo al ristorante. Poi vai giù al mare e nessuno porta le mascherine… Colpa di un’informazione che fa solo allarmismo".

I 600 euro del Governo?

"Avuti i primi, ma sto ancora aspettando i secondi, che chissà quando arriveranno. Non sono misure che risolvono la vita, a locale chiuso la bolletta della luce è già di 1000 euro. E i regolamenti che ci hanno imposto, vogliamo parlarne? Regole stupide e inapplicabili, insensate".

Meno apocalittico, ma preoccupato è Giorgio Aguzzi, gioielliere e anche rappresentante dei commercianti forsempronesi.

"Già la situazione non era esaltante prima – spiega – ma col virus è stata una mazzata. Si è fermato tutto, è stato tremendo. Adesso ci stiamo risollevando, ma la situazione non è facile. Da un lato le persone hanno ancora timore a uscire di casa e girare per negozi, se non per le cose di prima necessità, dall’altro la difficoltà è oggettiva, non ci sono proprio i soldi da spendere. Molti hanno riscosso la cassa integrazione di marzo, ma aprile e maggio ancora latitano. Così è difficile che il commercio possa riprendere a buon regime".

Il Comune?

"Ha fatto quel era nelle sue possibilità e lo ringraziamo. Certo se avesse fatto proseguire la gratuità dei parcheggi nel corso, sarebbe stato meglio...".

Adriano Biagioli