Pesaro, sgomberato il parco dalle baracche Rom

Intervento della polizia in via dell’Acquedotto: abusivi anche nei capannoni

Alcune baracche (FotoPrint)

Alcune baracche (FotoPrint)

Pesaro, 20 giugno 2018 - Ore 7,30 del mattino. Parte l’operazione di controllo del parco 25 Aprile. Tutto programmato: lo hanno chiesto rete ferrovie italiane, che segnalava danneggiamenti alle reti dei binari, Comune e consiglio di quartiere . Due pattuglie della Polizia accompagnate da un funzionario della Questura e una pattuglia della Polizia locale si affacciano all’ingresso del parco di via dell’Acquedotto, di fianco all’ex deposito e smaltimento rifiuti. Varcata la soglia del cancello spuntano, al centro del parco nascoste dietro una fratta, i profili di tre capanne. Legno e cellophane i materiali adoperati dai rom per edificarle. Attorno segni inequivocabili che il parco è stato di nuovo conquistato da loro e usato come luogo privato: panni e stracci sugli alberi, carboni per barbecue improvvisati dove cuocere un po’ di cibo, e poi rifiuti sparsi ovunque.

Gli uomini della Volante e della Polizia locale passano all’opera. Si avvicinano alle capanne e si affacciano all’ingresso. Dentro non ci sono persone. I rom se ne sono già andati in giro per la città, o nel vicino parco Miralfiore. Ma quegli spazi sono abitati. Dentro alle capanne infatti ci sono materassi con coperte, vestiti, stracci, tutto l’occorrente strettamente necessario per passare la notte e per vivere quegli ambienti divenuti però una vera discarica a cielo aperto: tanti rifiuti dentro e all’interno delle capanne, di tutti i generi. Ma delle persone nessuna traccia.

Altri residenti abusivi sono però a pochi metri di distanza. Gli agenti della Volante e della Polizia locale prendono la strada che porta all’ex deposito di Marche Multiservcizi, dove un tempo i pesaresi portavano i rifiuti perché fossero stoccati e riciclati, in via dell’Acquedotto. Una volta entrati lo spettacolo è raccapricciante: una puzza insopportabile, urina ed escrementi solidi umani dappertutto, un ambiente apparentemente invivibile dove invece vivono quattro persone, tre uomini e una donna, che li dentro fanno tutto: mangiano, dormono, urinano e defecano. Tutto in pochi metri quadrati. Una situazione igienicamente insostenibile, tanto da provocare l’immediata bonifica degli ambienti. I quattro vengono identificati. Sono cittadini comunitari, rumeni, e nessuno può espellerli. Nessuno fa resistenza. Sono abituati ad essere cacciati. Se ne vanno anche stavolta. Probabilmente torneranno. Per ora sono portati in Questura e identificati. Sono stati denunciati per occupazione di suolo pubblico e muniti di un biglietto di allontanamento: se non non lasceranno l’Italia verranno denunciati e se si macchieranno di reati potranno essere accompagnati alla frontiera.

FINITI I CONTROLLI si passa alla seconda fase dell’operazione. Entrano in azione le ruspe di Marche Multiservizi. Il mezzo entra nel parco 25 Aprile. Le tre capanne vengono abbattute in poco tempo. L’ammasso di rifiuti viene raccolto dalle pale e avviato alla discarica. Quindi si passa all’ex stabile di Marche Multiservizi. Pentole, materassi, vestiti e altro materiale vengono raccolti. Gli ambienti vengono bonificati e le porte dell’ex centro del riuso sono nuovamente saldate, come fatto in passato. Ma dopo pochi giorni tutto era tornato come prima.