SOLIDEA VITALI ROSATI
Cronaca

Battaglie per le intitolazioni : "Omaggiamo il maestro Romito". Ma per ora il Comune blocca tutto

Comitato si mobilita per dare il nome dell’insegnante morto nel 2018 alla primaria di Borgo Santa Maria "Ha insegnato lì per una vita". Però non sono passati i 10 anni previsti per legge. "Ma per altri fanno deroghe".

Comitato si mobilita per dare il nome dell’insegnante morto nel 2018 alla primaria di Borgo Santa Maria "Ha insegnato lì per una vita". Però non sono passati i 10 anni previsti per legge. "Ma per altri fanno deroghe".

Comitato si mobilita per dare il nome dell’insegnante morto nel 2018 alla primaria di Borgo Santa Maria "Ha insegnato lì per una vita". Però non sono passati i 10 anni previsti per legge. "Ma per altri fanno deroghe".

Una scuola che si potrebbe intitolare al maestro Donato Romito, a Pesaro, c’è già. E’ la primaria di Borgo Santa Maria: lo è sia perché un nome non ce l’ha e sia perché è dove Romito ha insegnato per 34 anni. "Raccoglieremo le firme e chiederemo al sindaco Andrea Biancani di ascoltarci". Mauro Annoni è stato collega di lungo corso di Donato Romito, compagni di avventure nella sperimentazione didattica e nel sindacalismo. La proposta estemporanea, nata sull’onda di una stima profonda per Romito, è emersa in un giorno di festa, quando cioè un centinaio di persone tra amici, ex alunni ed ex colleghi si sono ritrovati nella sede della Biblioteca Bobbato dove la prima sala di lettura, subito all’ingresso, è stata intitolata proprio al maestro di scuola elementare, prematuramente scomparso nel 2018.

L’idea di intitolargli la scuola di Borgo, in verità, è stata lanciata da Roberto Rossini, oggi segretario provinciale Cgil che di Romito è stato alunno nel 1984. Nell’emozionante amarcord che c’è stato durante la cerimonia di intitolazione della sala di lettura – per cui sono intervenuti gli ex scolari della classe 1989; l’amico di lunga data Franco Arceci; la moglie Francesca Ricci e la compagna Lia Didero, colleghi e sindacalisti – Rossini ha riallacciato un filo interrotto: "Ricordo che in passato qualcuno già fece la proposta di intitolare la scuola di Borgo Santa Maria a Donato – ha detto Rossini –. Venne interessato il Comune, ma qualcosa andò storto. E non se ne fece nulla. Direi di non desistere dal nostro obiettivo solo perché abbiamo perso la prima battaglia – ha detto Rossini –. Se ci arrendessimo al primo ostacolo vorrebbe dire non aver capito una delle lezioni più importanti del maestro Donato. Anche perché – ha concluso Rossini – Donato ci ha insegnato che le rivendicazioni vanno organizzate. E poi sarebbe assurdo che quella scuola, tra qualche tempo venisse intestata a qualsiasi altra personalità che non sia chi ha svolto a pieno il ruolo di maestro per 34 anni". Un orizzonte, quello tratteggiato ai presenti che è stato accolto con un applauso scrosciante. Annoni, nel riprendere il microfono ha confermato l’antefatto: "Tentammo questa strada già sette anni fa. C’era ancora l’Istituto comprensivo Tonelli: il collegio docenti approvò un documento per perorare la causa. Nel 2023 siamo tornati alla carica ma tutto, ad oggi è immobile". In effetti telefonando in Comune l’istanza che chiede di intitolare la scuola di Borgo Santa Maria a Donato Romito c’è, ma è tecnicamente, sospesa perché ancora non sono trascorsi i dieci anni dalla morte. "Per Papa Francesco a cui il sindaco ha intitolato il nuovo ponte si è andati in deroga – è stata la chiosa di Rossini con grande consenso dei presenti –: credo che anche per Donato valga la pena inoltrare la nostra richiesta fin da ora".

Con la prospettiva del nuovo traguardo la cerimonia è proseguita: tantissimi sono stati gli aneddoti che hanno permesso di capire lo spessore del personaggio. "La nostra classe era strana anche a causa della disposizione dei banchi – ha raccontato Silvia Vagni, classe 1989 – rigorosamente a ferro di cavallo e mai cambiata per tutti e cinque gli anni: nessuno doveva essere in prima fila, nessuno in ultima, tutti uguali e tutti predisposti al confronto e a volte alle chiacchiere. Se si chiacchierava troppo però, si finiva in “lista”. Una volta che il maestro scriveva il tuo nome sul suo quaderno nero, avevi fino al venerdì pomeriggio per riscattarti, comportandoti bene per essere così cancellato. Altrimenti se il venerdì pomeriggio alle 16,30 risultavi ancora iscritto, la punizione era: non avere i compiti per il lunedì. Non poter apprendere e dunque rimanere z.i.p. (zucconi, ignoranti e primitivi) era la punizione più dura che si potesse ricevere". Romito è stato un professionista poliedrico come attesta il suo curriculum di fianco, ma Arceci ha colto bene lo spirito dell’uomo: "Era un comunista anarchico, ma invece delle barricate ha usato i banchi di scuola per un cambiamento umanistico, sempre rivolto alla crescita della persona".