Bello tornare a respirare aria di comunità

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Paolo

Ercolani

Era entusiasmante, ma per nulla facile, vivere a Pesaro nella fine degli anni Ottanta. Specie per uno come me, che giocava a tennis e a beach volley, ma nulla sapeva del basket. Neanche le regole. Eppure si trattava di un vero e proprio rito: la domenica sera, mi ritrovavo in pizzeria con i miei amici che erano appena stati a vedere la “Scavo”. Lì partivano appassionate ma interminabili discussioni sui rimbalzi e le schiacciate di Costa, le piroette di Darren Day ecc... Praticamente mi trovavo al tavolo con i miei amici storici, ma era come se mangiassi da solo. Però mi piaceva, non mi perdevo una domenica sera. Si respirava un’aria di comunità, di persone unite da un’identità capace di abbattere tutte le differenze e i conflitti. Un po’ come la “vasca” il sabato pomeriggio per il Corso e la Rossini in pizzeria, oppure come la vigilia di Natale in piazza, la domenica in cui la Scavo giocava in casa diventava l’occasione perché i pesaresi smettessero di essere abitanti isolati di una città, trasformandosi una comunità in festa o in lutto, a seconda di come fosse finita la partita.

Me ne accorsi anche quell’unica volta che i miei amici mi portarono direttamente al palas (ancora era quello vecchio): alla fine non guardai la partita, bensì gli spalti. Il fisiologico rimbambimento del filosofo, penserà qualcuno, ma è che in realtà a me piaceva riconoscere fra il pubblico il prete che mi insegnava filosofia al Liceo, che si abbracciava o spintonava col noto esponente dell’ancora partito comunista, o lo stimato professionista che saltellava festoso a braccetto col bidello della mia scuola. La domenica sera che la Scavo aveva giocato in casa, insomma, era come se all’aria del mare si aggiungesse quella della festa. Ora non si chiama più Scavolini, ma Vuelle, e dopo tanti anni vengo a sapere che è tornata a qualificarsi per i play off. Mentre io ancora oggi non conosco le regole né la situazione del basket in generale. Ma so che ci voleva, dopo due anni di conflitti per il Covid, che Pesaro tornasse a respirare aria di comunità.