Biancani lancia l’allarme: "Psichiatria, a gennaio potrebbero rimanere solo sei medici"

La questione va affrontata: in ballo c’è la salute delle persone. "Altri medici – denuncia il consigliere regionale, Andrea Biancani – abbandonano il campo: il carico di lavoro sul personale è troppo, la situazione è sempre più grave. Per il servizio di Psichiatria i dati sono allarmanti perché a rischio sono i servizi: a luglio c’erano 12 psichiatri su 17, a gennaio potrebbero ridursi a 6. In questo contesto le nuove assunzioni vanno concentrate sull’Unità di Pesaro". Biancani riporta i dati: "il distretto di Pesaro serve un bacino di 280.000 persone. In una situazione ottimale dovrebbe contare su 28 psichiatri. Per far funzionare le cose, tuttavia, basterebbe un minimo di 17 psichiatri, quanti erano fino al 2019. Ad oggi, però, gli psichiatri sono appena 11, con uno a tempo determinato che finirà a gennaio ed uno che ha ottenuto il trasferimento in Emilia-Romagna. A Gennaio saranno quindi 8 i medici a disposizione, con almeno altri due che hanno già evidenziato la volontà di andare via, partecipando a concorsi in altre regioni, viste le condizioni di lavoro troppo gravose; si arriverebbe così ad appena 6 psichiatri". Biancani è stato sollecitato sul problema da associazioni e da singole famiglie preoccupate riguardo anche il destino, incerto, legato all’impatto della prossima riforma sociosanitaria.

"Le associazioni e le famiglie mi stanno evidenziando grosse criticità nel Dipartimento di Salute Mentale di Pesaro – dice Biancani –. Già a luglio avevo lanciato l’allarme e presentato un’interrogazione ma, nonostante le rassicurazioni avute e il concorso per assumere, la situazione è peggiorata e rischia di farlo ancora a gennaio, con altri medici che potrebbero andarsene se i vincitori del concorso saranno assegnati altrove o non saranno tutti assegnati nell’unità di Pesaro". Secondo Biancani il sotto organico è a causa dei pensionamenti e soprattutto di trasferimenti e dimissioni. "In particolare – dice Biancani – le dimissioni, per andare a lavorare in altre regioni o nel privato, sono sempre più frequenti, per via del contesto lavorativo estremamente logorante e reso peggiore dalla carenza di organico. Ad oggi sono già state chiuse le sedi nei Comuni di Pergola, Fossombrone, Mondolfo e Vallefoglia. Molte famiglie stanno faticando ad avere le prime visite, fondamentali per la presa in carico e l’avvio delle terapie individualizzate; gli operatori delle comunità residenziali, nella gestione degli ospiti, hanno difficoltà se manca il monitoraggio dello psichiatra".