Bocconi avvelenati Pesaro, unità cinofile a Soria e sul San Bartolo / FOTO

I carabinieri della forestale hanno perlustrato i sentieri dopo l’avvelenamento di tre cani durante la manifestazione degli Alaskan Malamute

Gruppo Forestale Pesaro Urbino sul campo per la bonifica

Gruppo Forestale Pesaro Urbino sul campo per la bonifica

Pesaro, 11 ottobre 2019 – E’ ancora allarme bocconi avvelenati in via Gattoni, nel parco pubblico di Soria e in quello del San Bartolo. Dove è intervenuta l’Unità Cinofila Antiveleno dei Carabinieri Forestali per la bonifica. L’intervento, nell’area verde tra via Gattoni e via Agostini, è stato richiesto dal gruppo carabinieri forestale di Pesaro Urbino (foto), assieme alla polizia locale, in seguito al ritrovamento di un’esca presumibilmente avvelenata.

Gli uomini sull'area verde per verificare l'eventuale presenza di esche avvelenate
Gli uomini sull'area verde per verificare l'eventuale presenza di esche avvelenate

Gli animali, sotto i vigili occhi del conduttore, hanno ispezionato l’area accertando che non ci fossero altre esche avvelenate. Un intervento resosi necessario, dopo i fatti avvenuti nei giorni scorsi: prima l’avvelenamento di tre cani nell’ambito di manifestazione degli Alaskan Malamute, nei sentieri del Parco San Bartolo, con la morte di uno dei tre (gli altri due per fortuna si sono salvati); poi, la polpetta con ingredienti tossici nel parco di Soria, che un cane ha mangiato per poi rigettarla subito .

Da qui l’intervento dell’ Unità Cinofila che, unitamente ai militari del Nucleo Investigativo di Polizia Forestale e Ambientale di Pesaro-Urbino e della Stazione Carabinieri Forestale di Pesaro, ha percorso gli oltre 3 chilometri di sentiero interessati accertando, anche in tal caso, che non fossero state lanciate altre esche avvelenate.

Al momento, rimangono in corso le indagini del caso da parte del Gruppo Carabinieri Forestali, finalizzate ad individuare i responsabili del rilascio di esche avvelenate. Che, tra l’altro, costituisce un reato penale, oltre a rappresentare una pericolosa violazione alle norme sulla tutela della salute pubblica.