Bollette che scottano, parrocchie in allarme "A messa con la borsa dell’acqua calda"

I sacerdoti preoccupati: "Costi raddoppiati e offerte in calo, così in inverno dovremo chiedere aiuto ai fedeli e sfruttare le cappelle piccole"

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di Davide Eusebi

"Dovremo dire ai fedeli di venire a messa con la borsa dell’acqua calda". Don Alberto Levrini, parroco di San Paolo, cerca di sdrammatizzare il caro bollette che sta preoccupando non poco la sua e le altre comunità: "Noi non abbiamo disponibilità illimitate e le parrocchie non sono enti che rientrano tra quelli sovvenzionati. Viviamo di carità, ma di fronte a costi del gas di duemila euro al mese, dovuti anche a un impianto mai rinnovato, che rischiano di diventare quattromila, ci sarà poco da fare. A messa con la borsa dell’acqua calda, appunto". Quanto alla luce "l’accendiamo il meno possibile, d’estate abbiamo il sole, ma d’inverno non potremo farne a meno".

"Torneremo al fiato del bue e dell’asinello, del resto il Maestro ce lo aveva insegnato", gli fa eco con un’altra battuta don Lorenzo Volponi, parroco di Villa san Martino che spiega: "Mille e cinquanta euro di luce e ottocento di gas in un mese a febbraio. Non so cosa ci aspetterà in futuro, so solo che i mesi sono dodici e che questi costi sono difficilmente sopportabili per chi, come una parrocchia, vive di carità e anzi cerca di farla. Fino a questo momento siamo riusciti a dare una mano a chi ce la chiedeva, e sono in aumento, per pagare la bolletta, o magari perché non arrivava a fine mese per mangiare. Quest’inverno potremmo essere noi a dovere chiedere aiuto. Ma abbiamo fiducia nella Provvidenza". Senza stare con le mani in mano: "Abbiamo l’impianto fotovoltaico ma non basterà per ammortizzare le spese totali – conclude don Lorenzo – anche perché le offerte sono in calo. Sto pensando a dire Messa in inverno nella cappellina durante i giorni feriali, visto che l’emergenza Covid è finita e anzi sperando che non torni".

Don Marco Di Giorgio, parroco di Montecchio, dice messa in una chiesa bollente: "Quest’estate abbiamo sofferto tanto il caldo durante le funzioni – dice – e gli ambienti dovrebbero essere refrigerati per la prossima stagione estiva, ma come fai a pensare ad un impianto di raffreddamento con queste bollette della luce? Qui stiamo parlando del doppio delle cifre, tra l’altro nel caso dell’energia elettrica mi domando se davvero giustificate da un motivo. Pensiamo al fotovoltaico". Quanto al gas "abbiamo il riscaldamento a pavimento e manteniamo la temperatura a sedici gradi che è accettabile per stare in chiesa nei mesi freddi, la gente di solito viene con i cappotti e non se li toglie, cercheremo di cavarcela così". Se serve facendo anche un appello: "Di fronte a certe bollette saremo costretti a chiedere un aiuto ai fedeli durante le Messe, tenendo conto che la Caritas parrocchiale assiste già ottanta famiglie".

Don Michele Rossini, parroco di Cattabrighe, è in vacanza in montagna in vista della ripresa che si annuncia piena di insidie: "Le spese delle bollette raddoppiano – spiega – arriveremo a 3600 euro di gas bimestrali e i contributi dei fedeli diminuiscono. Nelle offerte finiscono molti centesimi e pochi euro: 150 in quattro messe domenicali e se continua così dovremo chiedere aiuto ai fedeli. Siamo in attesa delle bollette che scottano, visto che in estate di gas se ne consuma poco. Anche noi dovremo tornare a Messa con la borsa dell’acqua calda e non è una battuta, non so se riusciremo a tenere il riscaldamento ai livelli soliti e la gente dovrà attrezzarsi". A Candelara don Giampiero Cernuschi è corso ai ripari per tempo: "Per ora teniamo botta perché abbiamo stipulato un contratto con una compagnia seria e perché abbiamo caldaie nuove a condensazione che ci consentono un notevole risparmio assieme al fotovoltaico. Ciò non toglie che la botta potrebbe arrivare con i mesi freddi e anche in questo caso potremmo fare un appello durante le Messe perché la gente ci aiuti, sempre che possano".